Attuari a disoccupazione zero
Ieri il congresso della categoria (oltre 1.100 iscritti in Italia) che compie 80 anni
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L’orizzonte della professione attuariale, storicamente legata alle attività assicurative e previdenziali, continua ad allargarsi: dal rischio aziendale ai fondi sanitari, dalla valutazione dei riscatti alla scoperta delle frodi con la data science e l’intelligenza artificiale nel business assicurativo, dai rischi legati al clima e alle catastrofi naturali sino al cyber risk. Ma già la categoria lavora su nuove competenze e responsabilità in campi più vasti, candidandosi anche per un contributo sempre maggiore al welfare e allo sviluppo sociale. Dietro l’angolo ci sono la finanza quantitativa basata su modelli probabilistici e l’internal audit per compagnie di assicurazione e fondi pensione (riservazione, solvibilità, tariffazione); il capital management per l’ottimizzazione del capitale in eccesso di assicurazioni e banche, così come la valutazione del rischio operativo.
Ieri pomeriggio, a Roma, la categoria ha celebrato il suo congresso al Centro Congressi di via Alibert, aperto dalla relazione della presidente del Consiglio nazionale Tiziana Tafaro.
A seguire, in una tavola rotonda, diversi relatori si sono confrontati sul tema “Gli attuari al servizio della società: quale contributo hanno dato e quale daranno in futuro?”.
La professione, in virtù delle richieste sul mercato, può esser definita “a disoccupazione zero”, e con sbocchi di lavoro redditizi per le future generazioni. La Tafaro ha quindi annunciati che “nei prossimi giorni gli attuari invieranno al governo Meloni la proposta di costituire una task force dedicata ai rischi sistemici, che, senza il contributo dell’attuario, non potranno avere una gestione tecnico-scientifica ed efficiente. Per rischi sistemici – ha spiegato – si intendono quelli che minacciano interi settori dell’economia, collettività, Paesi, governi: invecchiamento demografico, pandemie, catastrofi, guerre, danni ambientali, cambiamenti climatici”. Valutatori dell’incertezza per professione, gli attuari mettono a disposizione del Paese la loro competenza nelle tecniche statistico-probabilistiche la gestione preventiva di questi grandi rischi. Le nuove sfide che l’attuario sta portando avanti per il Paese sono possibili anche grazie a un numero di iscritti sempre in aumento, alla presenza di molti giovani (più del 50% degli iscritti ha meno di 45 anni) e a competenze che continuano ad ampliarsi anche grazie a una formazione tecnica allineata allo sviluppo della società”.
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