Commercialisti, '-2,8% di fatturato per le società di capitali'
Stime sui bilanci del 2023; l'anno prima si era a +17,4%Stime sui bilanci del 2023; l'anno prima si era a +17,4%.
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L’inflazione e il rallentamento del Pil incidono negativamente sulla ‘performance’ delle società di capitali: stando, infatti, alle stime effettuate dalla Fondazione nazionale dei commercialisti, che ne hanno esaminato i bilanci, si rileva nel 2023 “un calo del fatturato in termini reali pari a -2,8% e un andamento quasi piatto per l’anno in corso (+0,2%)”, percentuali ben diverse, rispetto al biennio prima, giacché, nella fase post-Covid 2021-2022, “in termini reali il fatturato aziendale” di tali realtà produttive del Paese era salito “del 23,6% nel 2021 e del 17,4% nel 2022”.
Lo rendono noto gli stessi professionisti, aggiungendo che “la Campania è la regione con la quota di società in utile più elevata (78,1%), il Lazio quella con la percentuale più bassa (69,4%)”.
A seguire, recita il documento della Fondazione, “tra le province, quelle con la quota più alta di società in utile sono Salerno (79,6%), Belluno (79,5%) e Caserta (78,7%)”, in coda, invece, ci sono “Grosseto (64,7%), Imperia (66%) e Savona (66,5%)”.
Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio, stando all’analisi effettuata, “nel biennio 2023-2024 assisteremo ad una fase di contenimento, che in alcuni casi potrebbe determinare anche situazioni di crisi. Nella fotografia scattata sul 2022, l’Osservatorio della nostra Fondazione nazionale ci restituisce, infatti, un’immagine solida delle società di capitali italiane che, nel biennio post-Covid, hanno sperimentato un buon recupero sia dell’attività che dei margini”.
Però, incalza, “il rallentamento in corso, che interessa il biennio 2023-2024, non dovrebbe tramutarsi in una crisi generalizzata, ma sarà molto importante tenere sotto controllo i principali indicatori economici e finanziari delle imprese che, in alcuni casi, potrebbero incappare in situazioni problematiche. Pertanto, il livello di monitoraggio dovrà necessariamente divenire più stringente e i sistemi di controllo e prevenzione dovranno supportare un’attività di sorveglianza più mirata”, è la chiosa di de Nuccio.
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