Commercialisti. Riforma della professione tra proposte e polemiche
Sulla riforma dell’ordinamento professionale dei commercialisti: proposte dei Giovani mentre il presidente De Nuccio e il numero uno dei CDL De Luca scrivono a Nordio.
In evidenza
Tra le modifiche proposte nella bozza di riforma dell’Ordinamento della professione (dlgs.139/2005) , è stata inclusa la possibilità di consulenza in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, quando non curati dal datore di lavoro.
Questo comprende tutti gli adempimenti previsti dalle norme vigenti in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale per l’amministrazione dei lavoratori dipendenti e autonomi, oltre alla tenuta e redazione dei relativi libri e alla certificazione dei contratti di lavoro.
Queste modifiche hanno generato la reazione dei consulenti del lavoro, rappresentati dal presidente del Consiglio nazionale Rosario De Luca, che ha inviato una lettera in merito direttamente al Guardasigilli Carlo Nordio. De Luca ha evidenziato come l’inclusione di tali competenze tra le attribuzioni dei commercialisti rappresenti una compressione delle riserve professionali dei consulenti del lavoro. De Luca ha ricordato come il legislatore abbia ritenuto necessaria una specifica disciplina e un controllo pubblico su queste attività professionali , tanto da istituire un Albo distinto per i consulenti del lavoro
In risposta, Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, ha chiarito che il progetto di riforma è ancora in fase di discussione all’interno della categoria e che le attività lavoristiche menzionate sono già attribuite ai commercialisti da altre disposizioni di legge. Ha quindi rimarcato che che la bozza della riforma non intende appropriarsi di competenze altrui, ma piuttosto specificare meglio le attività già esercitabili dai commercialisti.
Riportiamo per completezza le lettere inviate ai Guardasigilli
Egregio Ministro Nordio,
La presente per portare alla Sua attenzione le preoccupazioni derivanti dalla bozza di riforma dell’ordinamento professionale dei commercialisti, recentemente diffusa per discussione. La proposta di estendere le competenze dei commercialisti alla consulenza in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale ha suscitato forti reazioni da parte dei consulenti del lavoro, i quali vedono in tale riforma una sovrapposizione ingiustificata delle loro riserve professionali.
Le chiediamo di valutare con attenzione queste modifiche, considerando la necessità di mantenere distinte e rispettate le competenze di ciascun Ordine professionale.
Cordiali saluti,
Rosario De Luca
Presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro
Egregio Ministro Nordio,
In riferimento alla lettera del collega De Luca, mi preme chiarire che il progetto di riforma dell’ordinamento professionale dei commercialisti è ancora in fase di discussione e che le competenze in ambito lavoristico incluse nella bozza riflettono attività già attribuite ai commercialisti da leggi vigenti. La nostra intenzione non è di appropriarsi di competenze altrui, ma di specificare meglio quelle già esercitabili.
Confidiamo nella Sua saggezza per trovare una soluzione che rispetti le professionalità di entrambi gli Ordini.
Cordiali saluti,
Elbano de Nuccio
Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili
La questione sembra posta nelle mani del Ministero della Giustizia, che dovrà mediare tra le due posizioni, forse attraverso un confronto diretto tra le parti coinvolte ; o forse ignorando le polemiche e favorendo una “limatura” dei punti di maggiore contrasto.
2) Riforma ordinamento professionale le proposte dei giovani
La bozza di riforma dell’ordinamento professionale dei commercialisti (Dlgs 139/2005) prevede l’introduzione di specializzazioni, come indicato dall’art. 39-bis. Questo articolo richiede il coordinamento con i numerosi albi, registri ed elenchi esterni alla professione, per evitare ripetizioni e inefficienze nella formazione professionale.
L’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC), guidata da Francesco Cataldi, ha espresso il suo sostegno per la riforma ma ha anche presentato diverse osservazioni, concentrandosi su incompatibilità, specializzazioni, formazione, compensi e rappresentanza. Per le incompatibilità, l’Unione condivide l’intenzione di semplificarle, ma ritiene necessaria una riflessione sul ruolo del commercialista in attività d’impresa.
Sulle specializzazioni, l’Unione propone una gestione centralizzata della formazione tramite una “Piattaforma Unica” per evitare la duplicazione delle ore di formazione.
In merito ai compensi, l’UNGDCEC chiede di stabilire compensi minimi per tutelare i professionisti e di rivedere le disposizioni per il rimborso e la retribuzione dei tirocinanti, giudicando inadeguata la proposta attuale di retribuzione dopo sei mesi di tirocinio.
Infine, l’Unione propone di introdurre una “quota generazionale” nei Consigli degli Ordini e nel Consiglio Nazionale, riservando almeno un quinto dei posti agli Under 43, e di ridurre gli anni di anzianità professionale necessari per l’elettorato passivo, sottolineando l’importanza del contributo dei giovani per l’innovazione e la sostenibilità della professione.
3) Professione commercialista il comunicato UNGDCEC
Questo il testo de comunicato stampa UNDCEC del 4 giugno : Più attenzione ai Giovani
Più attenzione ai Giovani nella vita di categoria: non sono solo il futuro, sono il presente
La riforma del d.lgs. n. 139/2005 era chiesta da tutti gli attori della nostra categoria, da diverso tempo e per diversi e validi motivi.
Pertanto, va accolta sicuramente con favore la volontà del Consiglio Nazionale di proporre la modifica della norma che disciplina la nostra professione.
Allo stesso tempo, auspichiamo che la proposta possa tener conto di tutte le osservazioni che sono arrivate, o che arriveranno, dagli Ordini territoriali, dai Sindacati e dalle Casse di previdenza.
La riforma potrebbe avere un impatto notevole sulla professione e, soprattutto, sugli iscritti, perché – solo per fare alcuni esempi – vengono individuate nuove materie oggetto della professione, revisionate le incompatibilità e introdotte le specializzazioni.
Ciò premesso, l’UNGDCEC lo scorso 30 maggio è riuscita, nel poco tempo consentito, a partecipare alla consultazione attivata dal Consiglio Nazionale ed a inviare le proprie osservazioni alla bozza.
La proposta, nel suo complesso, introduce modifiche complessivamente condivisibili ma, comunque, migliorabili con il confronto tra tutti gli attori della categoria.
Fra i diversi punti trattati dalla bozza inviata dal Consiglio Nazionale, innanzitutto si è favorevoli all’ampliamento delle materie oggetto della professione proposto con il nuovo articolo 1- bis, considerando il continuo cambiamento delle nostre attività professionali (dal 2005 a oggi) e le nuove sfide che ci aspettano.
Avere un perimetro ampio, ma ben definito, fa sì che aumentino le tutele e non ci siano ambigue interpretazioni, contrasti con altre figure professionali (soprattutto quelle non ordinistiche).
Materia molto delicata riguarda, invece, le incompatibilità di cui all’articolo 4: l’Unione condivide la ratio di snellire le incompatibilità, perché sia la società in cui viviamo che la professione sono cambiate. Però una riflessione in più andrebbe fatta sul ruolo attivo del Commercialista in vere e proprie attività d’impresa, specie con riferimento alla qualifica di socio illimitatamente responsabile di società di persone che svolgano attività commerciale.
Per quanto riguarda l’introduzione dell’articolo 39-bis sulle specializzazioni, per le quali l’Unione è stata sempre favorevole, la norma va ben coordinata con i tanti albi, registri ed elenchi il cui numero andrebbe innanzitutto ridotto.
In attesa di un loro accorpamento, è necessario coordinare la formazione per le varie iscrizioni che è sovente ripetitiva e causa notevoli difficoltà e perdite di tempo per i colleghi, soprattutto quando si è costretti a ripetere la formazione già fatta per iscriversi in altri albi, registri e/o elenchi. Occorre quindi coordinare bene la qualifica di professionista specializzato, non solo con l’accesso diretto ai rispettivi albi, registri ed elenchi ma anche con gli obblighi formativi di aggiornamento professionale.
Una gestione centralizzata, o almeno ben coordinata, potrebbe non solo semplificare l’accesso alle informazioni ma anche garantire una maggiore coerenza nelle politiche di formazione e aggiornamento, favorendo una visione d’insieme che attualmente manca.
Sicuramente sarà un percorso complicato in quanto bisogna intervenire su diverse leggi e soprattutto coinvolgere diverse istituzioni, ma bisogna iniziare a proporre una soluzione migliorativa per i colleghi.
Per esempio, si potrebbe efficientare il sistema attraverso la creazione di una “Piattaforma Unica” gestita da una sola entità, magari dal nostro Consiglio Nazionale e dove tutti gli Ordini Territoriali e tutti gli Enti di Formazione Accreditati possano inserire e certificare la formazione di ogni iscritto.
Così certificate le ore di formazione, queste potrebbero essere valide per l’iscrizione in diversi albi, registri ed elenchi che spesso richiedono la stessa formazione, evitando così duplicare la formazione già fatta per l’iscrizione a un altro albo o per la formazione continua.
Per quanto riguarda i compensi professionali articolo 6 – bis è opinione condivisa la necessità di stabilire dei compensi minimi come tutela e salvaguardia della prestazione dei professionisti, magari coordinando il tutto con la norma sull’equo compenso e cogliendo l’occasione per correggere le storture emerse in quest’ultima.
Altri temi rilevanti per i giovani sono il tirocinio, l’esame di Stato e l’accesso alla professione: in riferimento a tali argomenti abbiamo proposto diverse modifiche e integrazioni. Considerata l’importanza e la delicatezza dell’argomento per il futuro della professione sarebbe necessaria una revisione totale e coordinata anche con il mondo delle Università.
Per quanto concerne la retribuzione del tirocinante, articolo 44 comma 2, riteniamo che non sia giusto retribuire dopo sei mesi il tirocinante per un tirocinio che ormai è di diciotto mesi; inoltre, la previsione di un rimborso spese “forfettariamente concordato” è generica e, a nostro avviso, non tutela il tirocinante.
Queste, in sintesi, le nostre principali proposte di modifica con il fine di migliorare la bozza trasmessa. Proposte che potranno essere aggiornate e/o integrate in seguito al confronto annunciato fra il Consiglio Nazionale e gli altri Sindacati.
Come lo Statuto della nostra associazione ci ricorda, vogliamo ribadire con forza l’attenzione ai Giovani.
Troppo spesso sentiamo parlare dei giovani come il futuro della professione ma, spesso, in molti, si dimentica che i Giovani sono il presente. Pertanto, i Giovani devono essere messi nelle condizioni, come gli altri, di dare il loro contributo di idee e la loro visione all’interno dei Consigli degli Ordini e del Consiglio Nazionale.
Per questo, sarà necessario che nella formazione delle liste, sia per le elezioni ai Consigli degli Ordini che al Consiglio Nazionale, debba essere prevista, oltre alla quota di genere – che riteniamo non vada ridotta come prevede attualmente la bozza di riforma – anche una quota generazionale, prevedendo che almeno 1/5 dei componenti dei Consigli debba essere composto da soggetti under 43. Inoltre, vanno ridotti gli anni di anzianità professionale per l’elettorato passivo sia per i Consigli degli Ordini che per il Consiglio Nazionale.
Queste ultime richieste non rappresentano solo una richiesta di parte ma una richiesta corale, perché siamo convinti che il contributo dei Giovani alla professione di dottore commercialista e di esperto contabile sia fondamentale per contribuire all’innovazione, all’efficienza e alla sostenibilità della nostra professione.
La loro capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie, di portare idee fresche e innovative rende i Giovani una risorsa preziosa per il futuro della professione, ma, soprattutto, per il presente.
Pertanto, va accolta sicuramente con favore la volontà del Consiglio Nazionale di proporre la modifica della norma che disciplina la nostra professione.
Allo stesso tempo, auspichiamo che la proposta possa tener conto di tutte le osservazioni che sono arrivate, o che arriveranno, dagli Ordini territoriali, dai Sindacati e dalle Casse di previdenza.
La riforma potrebbe avere un impatto notevole sulla professione e, soprattutto, sugli iscritti, perché – solo per fare alcuni esempi – vengono individuate nuove materie oggetto della professione, revisionate le incompatibilità e introdotte le specializzazioni.
Ciò premesso, l’UNGDCEC lo scorso 30 maggio è riuscita, nel poco tempo consentito, a partecipare alla consultazione attivata dal Consiglio Nazionale ed a inviare le proprie osservazioni alla bozza.
La proposta, nel suo complesso, introduce modifiche complessivamente condivisibili ma, comunque, migliorabili con il confronto tra tutti gli attori della categoria.
Fra i diversi punti trattati dalla bozza inviata dal Consiglio Nazionale, innanzitutto si è favorevoli all’ampliamento delle materie oggetto della professione proposto con il nuovo articolo 1- bis, considerando il continuo cambiamento delle nostre attività professionali (dal 2005 a oggi) e le nuove sfide che ci aspettano.
Avere un perimetro ampio, ma ben definito, fa sì che aumentino le tutele e non ci siano ambigue interpretazioni, contrasti con altre figure professionali (soprattutto quelle non ordinistiche).
Materia molto delicata riguarda, invece, le incompatibilità di cui all’articolo 4: l’Unione condivide la ratio di snellire le incompatibilità, perché sia la società in cui viviamo che la professione sono cambiate. Però una riflessione in più andrebbe fatta sul ruolo attivo del Commercialista in vere e proprie attività d’impresa, specie con riferimento alla qualifica di socio illimitatamente responsabile di società di persone che svolgano attività commerciale.
Per quanto riguarda l’introduzione dell’articolo 39-bis sulle specializzazioni, per le quali l’Unione è stata sempre favorevole, la norma va ben coordinata con i tanti albi, registri ed elenchi il cui numero andrebbe innanzitutto ridotto.
In attesa di un loro accorpamento, è necessario coordinare la formazione per le varie iscrizioni che è sovente ripetitiva e causa notevoli difficoltà e perdite di tempo per i colleghi, soprattutto quando si è costretti a ripetere la formazione già fatta per iscriversi in altri albi, registri e/o elenchi. Occorre quindi coordinare bene la qualifica di professionista specializzato, non solo con l’accesso diretto ai rispettivi albi, registri ed elenchi ma anche con gli obblighi formativi di aggiornamento professionale.
Una gestione centralizzata, o almeno ben coordinata, potrebbe non solo semplificare l’accesso alle informazioni ma anche garantire una maggiore coerenza nelle politiche di formazione e aggiornamento, favorendo una visione d’insieme che attualmente manca.
Sicuramente sarà un percorso complicato in quanto bisogna intervenire su diverse leggi e soprattutto coinvolgere diverse istituzioni, ma bisogna iniziare a proporre una soluzione migliorativa per i colleghi.
Per esempio, si potrebbe efficientare il sistema attraverso la creazione di una “Piattaforma Unica” gestita da una sola entità, magari dal nostro Consiglio Nazionale e dove tutti gli Ordini Territoriali e tutti gli Enti di Formazione Accreditati possano inserire e certificare la formazione di ogni iscritto.
Così certificate le ore di formazione, queste potrebbero essere valide per l’iscrizione in diversi albi, registri ed elenchi che spesso richiedono la stessa formazione, evitando così duplicare la formazione già fatta per l’iscrizione a un altro albo o per la formazione continua.
Per quanto riguarda i compensi professionali articolo 6 – bis è opinione condivisa la necessità di stabilire dei compensi minimi come tutela e salvaguardia della prestazione dei professionisti, magari coordinando il tutto con la norma sull’equo compenso e cogliendo l’occasione per correggere le storture emerse in quest’ultima.
Altri temi rilevanti per i giovani sono il tirocinio, l’esame di Stato e l’accesso alla professione: in riferimento a tali argomenti abbiamo proposto diverse modifiche e integrazioni. Considerata l’importanza e la delicatezza dell’argomento per il futuro della professione sarebbe necessaria una revisione totale e coordinata anche con il mondo delle Università.
Per quanto concerne la retribuzione del tirocinante, articolo 44 comma 2, riteniamo che non sia giusto retribuire dopo sei mesi il tirocinante per un tirocinio che ormai è di diciotto mesi; inoltre, la previsione di un rimborso spese “forfettariamente concordato” è generica e, a nostro avviso, non tutela il tirocinante.
Queste, in sintesi, le nostre principali proposte di modifica con il fine di migliorare la bozza trasmessa. Proposte che potranno essere aggiornate e/o integrate in seguito al confronto annunciato fra il Consiglio Nazionale e gli altri Sindacati.
Come lo Statuto della nostra associazione ci ricorda, vogliamo ribadire con forza l’attenzione ai Giovani.
Troppo spesso sentiamo parlare dei giovani come il futuro della professione ma, spesso, in molti, si dimentica che i Giovani sono il presente. Pertanto, i Giovani devono essere messi nelle condizioni, come gli altri, di dare il loro contributo di idee e la loro visione all’interno dei Consigli degli Ordini e del Consiglio Nazionale.
Per questo, sarà necessario che nella formazione delle liste, sia per le elezioni ai Consigli degli Ordini che al Consiglio Nazionale, debba essere prevista, oltre alla quota di genere – che riteniamo non vada ridotta come prevede attualmente la bozza di riforma – anche una quota generazionale, prevedendo che almeno 1/5 dei componenti dei Consigli debba essere composto da soggetti under 43. Inoltre, vanno ridotti gli anni di anzianità professionale per l’elettorato passivo sia per i Consigli degli Ordini che per il Consiglio Nazionale.
Queste ultime richieste non rappresentano solo una richiesta di parte ma una richiesta corale, perché siamo convinti che il contributo dei Giovani alla professione di dottore commercialista e di esperto contabile sia fondamentale per contribuire all’innovazione, all’efficienza e alla sostenibilità della nostra professione.
La loro capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie, di portare idee fresche e innovative rende i Giovani una risorsa preziosa per il futuro della professione, ma, soprattutto, per il presente.
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