Covid-19, crescono positivi e decessi tra medici e infermieri.
I numeri aggiornati Mentre la curva epidemica continua a salire aumenta il numero di camici bianchi costretti a restare a casa in quarantena perché hanno avuto un contatto con un familiare positivo.
Questo effetto valanga rischia di indebolire gli ospedali proprio ora che tutte le forze a disposizione sono necessarie. Anche i decessi continuano a susseguirsi, come dimostra l’elenco stilato e aggiornato quotidianamente dalla Fnomceo dei medici caduti nel corso della pandemia, sono ormai 183 i camici bianchi deceduti. Situazione confermata anche dall’Inail che rileva come tra i settori economici della gestione industria e servizi quello della sanità e assistenza sociale si distingue per il forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro. Con ben il +111% nei primi nove mesi (dai 20mila casi del 2019 ai 43mila del 2020), con punte di oltre il +500% a marzo (da 2.400 a 14.500 casi) e del +450% ad aprile (da 2.100 a 12.000 casi) nel confronto tra il 2020 e il 2019. Tra giugno e agosto si è assistito, invece, a un’inversione di tendenza, con decrementi compresi in un intervallo tra il -6% e il -17%, mentre a settembre si rileva una ripresa pari al +4%. Nei primi nove mesi del 2020, inoltre, due denunce su tre del settore hanno riguardato il contagio da Covid-19.
La Fp Cgil denuncia la crescita del numero di contagi anche all’interno dei laboratori pubblici impegnati nel del Covid-19. In una lettera inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, chiedono la verifica dei fatti descritti e «le necessarie azioni correttive». In queste ultime ore, si legge in una nota del sindacato, «rileviamo un crescente numero di contagi all’interno di questi servizi, così come rileviamo che non sia omogeneamente adottato il principio di precauzione, avendo notizie che questo personale, pur impegnato alla lotta al Covid-19, risulta diffusamente sprovvisto di dispositivi di protezione individuale adeguati al rischio di contagio a cui è sottoposto. La nostra preoccupazione è chiaramente da estendere in modo ancora più deciso per la parte che riguarda il controllo dei processi in sicurezza, se parliamo di laboratori facenti capo a strutture a gestione non pubblica». Per queste ragioni la richiesta di procedere «a urgente verifica di quanto da noi riscontrato e di porre in essere le necessarie azioni correttive, anche in coerenza con quanto previsto dal protocollo sottoscritto lo scorso 24 marzo, al fine di tutelare sia la salute di lavoratrici e lavoratori sia il buon funzionamento del processo di tracciamento dei casi, e conseguentemente, la salute pubblica», conclude.
Per medici e infermieri, rispetto a febbraio e marzo, quando tutti furono presi di sorpresa, l’impatto non è paragonabile a quello della prima ondata di covid. Malgrado questo, nell’ultimo bollettino, i camici bianchi contagiati sono saliti a quota 35.545. In due mesi sono risultati positivi 5.032 medici e infermieri. Praticamente, ogni giorno si contagiano in tutto il Paese 80 operatori sanitari. Carlo Palermo, segretario di Anaao Assomed, associazione dei medici dirigenti: «La nostra categoria rischia due volte il contagio: nella vita privata e mentre lavora. Se ai positivi aggiungiamo coloro che sono costretti alla quarantena, perché contatti stretti magari di un contagiato, comprendiamo perché i reparti rischiano di essere a corto di personale. Aggiungiamo pure che, con questa situazione di emergenza, chi magari ha la possibilità di andare in pensione grazie a quota 100, stanco e stressato dopo la prima ondata, la sfrutta». Il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, ha contestato l’intesa con il governo sui tamponi: «Ritengo una follia l’accordo che prevede la possibilità che i medici di famiglia facciano i tamponi rapidi nei loro studi. È rischioso per salute. Un medico può anche mettersi a disposizione, ma si pone un altro problema, e cioè che i camici bianchi che fanno questo devono essere protetti in maniera completa con tutti i dispositivi necessari».
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