Covid, 326 i medici morti in Italia
Sabato per la prima volta si è festeggiala la “Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socio-assistenziale e del volontariato”, istituita dal parlamento nel novembre scorso.
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L’impegno di tutti i giorni celebrato nella Giornata nazionale del personale sanitario
Vincenzo Di Benedetto, medico di famiglia, è l’ultima vittima ricordata nell”elenco caduti’ aggiornato dalla Fnomceo, Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri.
Venerdì mattina all’Ordine dei medici, in occasione della giornata del personale sanitario, sociosanitario, socio assistenziale, e del volontariato, si è svolta una cerimonia commemorativa per ricordare tutti i camici bianchi scomparsi nell’esercizio della professione. Nel giardino dell’Omceo è stata sistemata in prossimità di una pianta di ulivo una targa.
«È importante ricordare tutti i colleghi scomparsi nell’adempimento del loro dovere. Da un anno circa la nostra attenzione è catturata dalla pandemia e dai gravi lutti che questa sta generando tra i professionisti sanitari e non solo – ha dichiarato Antonio Magi, presidente dell’Omceo capitolino -. Non possiamo però dimenticare anche gli altri colleghi, in particolare modo le donne, vittime di aggressioni drammatiche, feroci al punto da fargli perdere la vita mentre svolgevano il loro lavoro nel rispetto del codice deontologico». Presente alla celebrazione anche l’ex viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Chi studia e chi si specializza per diventare medico o per far parte del personale sanitario sa che un giorno dovrà affrontare la sofferenza, e in certi casi la morte, dei pazienti che curerà e sa che farà di tutto per alleviare quelle sofferenze ed evitare per quanto possibile le perdite – ha aggiunto -. Quello che non può mettere in conto è di perdere la propria vita in ragione della professione e della missione che ha scelto di perseguire. Negli ultimi 12 mesi – ha spiegato Sileri – in Italia migliaia di medici e infermieri hanno messo a rischio la propria vita per combattere in prima linea sul fronte Covid. Otre 300 di loro la vita l’hanno persa. È doveroso ricordarli in occasione della ‘Giornata del personale sanitario, istituita nel giorno dell’individuazione del paziente 1 a Codogno. Grazie al sacrificio di queste donne e questi uomini – ha concluso – migliaia di vite sono state salvate».
L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato ha aggiunto che «è un momento importante, momento di ricordo e di rispetto, è un momento di cordoglio ma anche un momento di speranza. Di speranza perché ritengo che uniti possiamo uscire da questo incubo che stiamo vivendo da oltre un anno – ha sottolineato -. Oggi abbiamo delle armi in più che sono legate alla campagna vaccinale in corso. Io come assessore regionale auspico che possiamo avere tutti i mezzi necessari per accelerare il processo di immunizzazione. A oggi abbiamo somministrato nel Lazio oltre 320 mila dosi, oltre 120 mila hanno già completato il percorso vaccinale con le doppie somministrazioni e su questi larga parte del personale sanitario che opera nelle nostre strutture, che siano medici o anche personale infermieristico e delle altre professioni sanitarie. Abbiamo vaccinato già oltre 65 mila over 80 – ha spiegato -. Dal primo di marzo ci sarà un contributo straordinario importante soprattutto legato ai medici di medicina generale: avvieranno le somministrazioni a partire dalla classe di età 1956 e poi a seguire dopo la decisione del Cts di Aifa che ha portato il limite di età da 55 a 65. Adesso dobbiamo solo correre, correre più veloce delle mutazioni del virus e arrivare prima possibile alla cosiddetta immunità di gregge. Questo è il nostro impegno in questa fase. Il mio è un attestato di vicinanza all’ordine dei medici di Roma e soprattutto una forte sollecitazione a proseguire assieme in questo sforzo perchè noi vinceremo, io su questo sono convinto. Avremo ancora di fronte a noi settimane dure e momenti difficili ma noi questa battaglia la vinciamo e la vinciamo assieme», ha concluso D’Amato.
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