Cresce l'allarme per i turni massacranti dei medici
Consulcesi mette a disposizione un servizio di consulenza gratuita per avere informazioni sulla possibilità di intraprendere un’azione legale e tutelarsi tramite diffida per preservare i propri diritti.
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Anche se l’estate deve ancora cominciare, sappiamo già che per moltissimi operatori sanitari sarà una stagione difficile da superare. Provati dalla pandemia, ai nostri camici bianchi aspettano settimane calde, sotto tutti i punti di vita. Infatti, a causa della carenza cronica di personale si prevedono giornate di lavoro no stop. Turni infiniti, anzi massacranti. Stanno infatti arrivando le prime segnalazioni a Consulcesi, network legale a sostegno degli operatori sanitari.
“Possiamo già prevedere carenze nei pronto soccorso, solitamente più affollati in estate, ma anche di specialisti che, dopo aver rimandato per oltre un anno visite e interventi considerati non urgenti, ora si ritroveranno a dover recuperare tutto il pregresso”, dice Massimo Tortorella, presidente Consulcesi.
“È anche già allarme medici di famiglia, i cui sostituti sono stati già ‘arruolati’ come vaccinatori oppure impegnati nelle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale”, aggiunge, riprendendo la denuncia fatta dalla segreteria regionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) della Lombardia. La questione dei turni massacranti è un problema vecchio, che in tempi di pandemia diventa una bomba ad orologeria pronta esplodere.
“Rischiamo che esploda nelle prossime settimane, quando agli operatori sanitari verranno rifiutate le ferie o quando verranno allungati i loro turni”; sottolinea Tortorella. È inaccettabile e dobbiamo impedirlo, sia per il benessere dei nostri medici che dei cittadini che hanno diritto di ricevere cure in un ambiente sereno”, aggiunge, invitando le istituzioni ad aprire un dialogo sulla questione. In realtà, quello dei turni massacranti è un problema annoso. Già più di dieci anni fa l’Unione europea ha bacchettato l’Italia per il mancato rispetto della direttiva 2003/88/CE che promuove il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori e che stabilisce un orario settimanale massimo di 48 ore, compreso lo straordinario, e un periodo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive.
Pur recependo tale direttiva, dal 2008 al 2015 l’Italia ne ha vanificato gli effetti attraverso due diverse normative del 2008 che avevano efficacia solo per gli operatori sanitari. Il 25 novembre 2015 l’Italia si è infatti adeguata, ma solo formalmente, perché nei fatti le violazioni persistono. Per il periodo precedente a questa data è stato possibile chiedere il rimborso – oltre 80.000 euro per 6 anni di lavoro. Sono già tanti i medici e i sanitari che si sono rivolti al network legale di Consulcesi, che dal canto suo ha fatto partire le prima diffide, “Il nostro obiettivo principale è quello di arrivare un accordo prima di procedere a un contenzioso, ma siamo pronti a mettere in campo la nostra massima potenza di fuoco nel far rispettare quello che è un diritto di ogni lavoratore”, sottolinea Tortorella.
A questo scopo Consulcesi mette a disposizione un servizio di consulenza gratuita per avere informazioni sulla possibilità di intraprendere un’azione legale e tutelarsi tramite diffida per preservare i propri diritti, contattando l’800.122.777 oppure direttamente attraverso il sito www.consulcesi.it.
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