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Fascicolo sanitario elettronico, pubblicate le linee guida.

Da requisiti a patient summary ecco le novità e le ricadute per i medici

Fascicolo sanitario elettronico, pubblicate le linee guida.

Il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) cambia pelle con la pubblicazione delle nuove linee guida e l’approvazione del decreto attuativo. Questo dossier che raccoglie i dati di tutti gli italiani ai fini di prevenzione, diagnosi cura e riabilitazione, e sarà punto unico di accesso per i cittadini ai servizi sanitari pubblici, rispetto al 2012 quando il governo Monti lo previde per la prima volta per legge, ha subito tre modifiche chiave. Nel 2020 il decreto legislativo 34 ha eliminato il consenso alla sua alimentazione e lo ha esteso alle strutture della sanità privata. Lo scorso gennaio con il decreto-legge 4/2022 si è aperta la strada a decreti per “metterlo a terra”. Le regioni hanno 3 mesi per adeguarsi dall’entrata in vigore di ciascun decreto. Se non lo fanno lo stato le sostituisce per inadempienza. E poi sono arrivati i decreti. Il primo, approvato a maggio, detta le linee guida del fascicolo, appena pubblicate. Il secondo, relativo ai sistemi di sorveglianza nel settore sanitario e governo della sanità digitale, è stato approvato dalla conferenza stato-regioni nei giorni scorsi.

Il decreto-legge 4/22 ha previsto come va strutturato il FSE, quali dati vi afferiscono, e ha dato poteri all’Agenas di agenzia per la sanità digitale. Il fascicolo dovrà contenere documenti sanitari e dati dell’assistito in formato strutturato, secondo standard che Asl, ospedali ed erogatori pubblici e privati devono rispettare all’origine.Secondo il DL 4 inoltre l’Agenzia dei servizi sanitari regionali-Agenas assume il ruolo di Agenzia nazionale per la sanità digitale (ASD). Veste nella quale, d’intesa con Transizione Digitale e Presidenza del Consiglio, curerà standard di raccolta, conservazione, consultazione e scambio dati da parte degli enti del Servizio sanitario nazionale. In più, certificherà le soluzioni digitali in sanità, e potrà offrirle a fornitori; inoltre potrà renderà disponibili alle strutture specifiche soluzioni di controllo formale dei documenti e per alimentare i fascicoli sanitari.

Attualmente, sono attivati i fascicoli di 57 milioni di italiani ma da qui a farli usare a medici e pazienti servono passaggi specifici. Nelle linee guida appena pubblicate in Gazzetta si parla di requisiti da adottare subito ed altri da adottare entro il 2026, anno di conclusione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Da subito, vanno uniformati i servizi del FSE esistenti, va allargato il set di documenti e vanno realizzati l’Indice nazionale dei documenti, l’anagrafe nazionale assistiti, la tracciatura del dato nel fascicolo. Entro il 2026 va fatto in modo che non si acceda a soli PDF e documenti ma anche a dati, si usino sistemi di codifica standardizzato, che vi sia una nuova architettura con repository centrale, che si possano adottare strumenti d’intelligenza artificiale per elaborare i dati, che vi sia un processo continuativo di verifica degli standard. Raccomandata l’estensione del fascicolo ai dati omici, genetici, epigenetici. Si fissa il target per cui l’85% dei medici di famiglia italiani deve usarlo, e tutte le regioni devono adottarlo ed utilizzarlo. E si specificano i contenuti del patient summary: il medico di famiglia vi inserirà patologie croniche, organi mancanti o trapianti, reazioni avverse allergie, farmaci utilizzati per la cronicità, anamnesi familiare, fattori di rischio, vaccinazioni ed eventuali malattie in atto. Saranno le regioni a curare la gestione dei fascicoli, usando standard di clinical document architecture HL7 CDA release 2 e sistemi di codifica ICD-9-CM per le malattie, LOINC per le analisi cliniche, AIC, ATC per la classificazione dei farmaci, AIC per la loro immissione in commercio.

Con l’ultimo ok, a luglio, da parte delle regioni, si adeguano le richieste fissate dal DL 4/22 ai requisiti richiesti dall’Unione Europea per erogare a questo capitolo risorse per oltre 610 milioni di euro: quasi 299,6 per potenziare l’infrastruttura digitale dei sistemi sanitari e 311,38 per incrementare le competenze digitali dei professionisti del Ssn. Come spiegato dal Presidente del Molise,Donato Tomache ha guidato la Conferenza in cui è stato approvato il decreto, le risorse per il FSE saranno ripartite tra le Giunte che presenteranno un piano operativo; il Governo dovrà definire criteri per omogeneizzare, a livello nazionale, l’erogazione dei contributi a favore degli erogatori privati

Da Medicina 33

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