Anno: XXV - Numero 237    
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Formazione medici, presentato un disegno di legge.

Convenzione, formazione e retribuzione le tre parole chiave per i medici di famiglia. Fnom: si riconoscano come specialisti.

Formazione medici, presentato un disegno di legge.

Stop alla borsa “minimal” per gli aspiranti medici di famiglia. Entro la fine della legislatura potrebbe essere approvato un disegno di legge, presentato in Senato, che inserisce la medicina generale tra le specialità del Servizio sanitario, e istituisce una scuola di specializzazione unica con medicina di comunità e cure primarie.

Lo stesso ddl, ribattezzato 2372 ed inizialmente depositato ad agosto 2021, trasforma il post-laurea dello specializzando in un vero contratto di formazione lavoro inserito nel contratto ospedalieri. Ad ogni contratto andrà fatto corrispondere un posto sicuro nel servizio sanitario, calibrato da una programmazione quinquennale che eviti lo sviluppo di sacche di neolaureati senza sbocchi. All’articolo 1 nascono i dipartimenti integrati università-servizi sanitari regionali che consentono di insegnare anche in studi dei medici di famiglia, case di comunità ed ambulatori Asl. All’articolo 2 si consente che la formazione dello specializzando avvenga anche nella rete ospedaliera, esterna all’ateneo, ad opera di personale dipendente non universitario. All’articolo 3 si trasforma il corso di formazione specifica in medicina generale in specializzazione universitaria gestita con il concorso delle regioni che condividono i contenuti dell’insegnamento con ministeri di Università e Salute. All’articolo 4 si sancisce che l’accesso alla scuola di specialità avviene per concorso, dove la prova vale minimo il 95% e i titoli pesano massimo per il 5%. L’articolo 5 consente che gli specializzandi abbiano tutele per la gravidanza, per seguire figli o genitori, e nei trasferimenti; «siamo attenti al messaggio lanciato da molti giovani che non si possono muovere dalle sedi attuali a differenza da quanto avviene nel resto del mondo del lavoro, noi crediamo che le problematiche del lavoratore debbano potersi riproporre anche in questi contesti», dice Paola Boldrini (Pd) prima firmataria del Ddl che ha illustrato in senato. All’articolo 6 si specifica che si sta parlando di contratti di dipendenza a termine, destinati a diventare a tempo indeterminato una volta conseguita la specialità. E se ne parla anche per la medicina generale: è possibile parta da qui una decisa apertura al passaggio alla dipendenza per tutta la categoria degli attuali convenzionati, o almeno per le nuove generazioni. All’articolo 8 si afferma che anche la formazione di farmacisti, biologi, chimici, fisici, odontoiatri e veterinari seguirà le stesse regole: oggi, però, come ha specificato Saverio Proia (Aran) «a differenza dei medici queste categorie pagano di persona per la specialità che li inserirà nel servizio sanitario. A lungo, questo peso non dovrà ricadere sulle famiglie degli specializzandi».

Tra le novità: arriva un perimetro delle competenze, “bio-psico-mediche”, che apre alla riqualificazione dell’atto medico ed alla revisione degli ambiti concorsuali; si creano dipartimenti integrati ateneo-Ssn con strutture di coordinamento territoriali destinate a rivoluzionare l’offerta formativa anche nelle altre professioni sanitarie. L’apertura alle docenze prevista per i medici del Ssn non può prescindere da requisiti di qualità da accreditare. Si rende obbligatoria per legge al 30 aprile di ogni anno una valutazione dei fabbisogni. Si avviano tutele per lo specializzando. Cosa è perfettibile? Esistono già dei “syllabus” definiti a livello nazionale per ciascuna disciplina specialistica, con le competenze chiave, ma devono seguire percorsi definiti da decreti attuativi. Se è già possibile far lavorare lo specializzando nel Ssn in base al decreto Calabria è anche vero che lo si pesca in graduatoria a parte, come fosse di serie B, e spesso poi lo si manda da solo in presidi impegnativi, anche pronti soccorso sperduti dove può mancare – così come altrove – l’accompagnamento dei tutor: decreti attuativi ad hoc devono porre fine anche a questo». Che fine faranno le scuole di medicina generale regionali? Nell’intervento di Manai se ne evoca la chiusura a vantaggio di nuovi modelli d’integrazione ateneo-territorio; in quello di Proia si aggiunge che oltre ai singoli mmg-tutor saranno da accreditare gli studi, dalle case della salute a tutti gli altri, inclusi quelli “single”.

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