Giovani medici di famiglia, 'no al passaggio a dipendenti del Ssn'
Erika Schembri, segretario nazionale di Fimmg Formazione
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“Leggiamo con preoccupazione gli articoli pubblicati su importanti testate giornalistiche secondo cui i giovani medici di medicina generale preferirebbero abbandonare la convenzione con il Sss a favore di un rapporto di dipendenza. Niente di più diverso dalla realtà”. Così in una nota. Erika Schembri, segretario nazionale di Fimmg Formazione. “Già nel 2021 più di 1.500 giovani medici si erano dichiarati contrari alla dipendenza, firmando la lettera aperta “No alla Dipendenza – è una Questione di Scelta’ a favore del rapporto convenzionale”, ricorda Schembri. “La Fimmg tutta sostiene i giovani medici e le loro istanze – aggiunge Fimmg Nazionale ad integrazione della nota – in particolar modo in questo momento storico di rapido avvicendamento generazionale in cui sono proprio i più giovani a dover reggere il peso della grave carenza di medici”.
“Riteniamo che la priorità della riorganizzazione della sanità territoriale debba essere invece il rilancio della professione del medico di medicina generale, a partire dal percorso di formazione pre-laurea fino alla formazione specifica in medicina generale, valutando l’opportunità di una formazione di tipo accademico che la renda più attrattiva, completa, aggiornata e di qualità, senza tuttavia allontanarla dal territorio, anzi sviluppando la formazione sul campo nella rete degli studi di medicina generale”, prosegue il segretario nazionale di Fimmg Formazione
La Fimmg Formazione ribadisce che “Il sistema sanitario nazionale va difeso, non attraverso un passaggio dei medici di medicina generale alla dipendenza, bensì incentivando quanto già il nostro contratto prevede per la sostenibilità e lo sviluppo della professione: è tempo di dimostrare che associarsi in Aft e Uccp, usufruire del personale di studio e della diagnostica di primo livello, integrare un welfare di tipo libero-professionale per la sostenibilità vita-lavoro e della genitorialità, sono aspetti che il nostro status di medici convenzionati può sviluppare con il migliore dei risultati”.
“La convenzione, intesa come una azione dello Stato che rende ruolo sussidiario al medico di medicina generale dei principi costituzionali di difesa della salute dell’individuo, è l’unico strumento in grado di preservare il rapporto di fiducia medico-paziente, attraverso l’autonomia professionale e prescrittiva del medico regolati dai principi di appropriatezza assistenziale e deontologica, coerente con obiettivi di salute per i nostri assistiti, garantendo accesso equo, universale e omogeneo al Servizio sanitario nazionale pubblico”, ribadiscono i medici di famiglia.
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