Anno: XXV - Numero 235    
Venerdì 20 Dicembre 2024 ore 19:45
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I medici pronti a scendere in piazza

Anaao: “Se gli aumenti economici del prossimo contratto 2022-2024 stabiliti dalla Legge finanziaria dello scorso anno non saranno integrati da finanziamenti extracontrattuali, faremo valere le nostre ragioni nelle piazze italiane”.

I medici pronti a scendere in piazza

Questo il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed alle notizie apparse oggi sulla stampa in merito agli incrementi stipendiali previsti nel 2022-2024 per il personale della pubblica amministrazione, compresa la dirigenza medica e sanitaria del SSN.

“L’aumento del 5,78% atteso nel prossimo CCNL – prosegue Pierino Di Silverio – è lontanissimo dall’indice inflattivo calcolato per lo stesso triennio, pari a 15,4%, come riconosciuto dallo stesso Presidente Aran. Il che vuol dire condannare all’impoverimento progressivo categorie professionali chiamate a garantire diritti costituzionali. Uno stipendio adeguato alla qualità e quantità del lavoro dei medici e dirigenti sanitari, non rappresenta una mera rivendicazione di categoria ma una condizione necessaria e requisito indispensabile per una sanità di qualità.

La parte normativa di un contratto di lavoro ha indubbiamente la sua importanza, ma solo se accompagnata da incrementi economici adeguati e non in una logica di scambio al ribasso. Non possiamo sacrificare ancora una volta i nostri stipendi accontentandoci di aumenti irrisori, ben al di sotto del tasso inflattivo e dell’indice Ipca.Reiteriamo pertanto la richiesta – ribadisce Di Silverio – di defiscalizzare parte dello stipendio, come già avviene per la sanità privata, a compensazione di finanziamenti economici che non trovino posto nel contratto di lavoro. E di cogliere l’urgenza di una revisione dello stato giuridico in favore della dirigenza speciale per i medici e dirigenti sanitari, più coerente con la peculiarità della loro funzione e del loro lavoro rispetto alle caratteristiche del pubblico impiego.

Senza risposte positive – conclude Di Silverio – la stagione del rinnovo contrattuale rischia di essere sostituita da quella della protesta”.

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