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I Veterinari nel V Rapporto sulle libere professioni

L’onda d’urto provocata dall’emergenza Covid-19 si infrange in modo violento sulle libere professioniVete

I Veterinari nel V Rapporto sulle libere professioni

Ma non su tutte e non nello stesso modo. Complessivamente, il settore libero professionale regge l’urto, ma all’appello manca 1 mln di giovani. La pandemia ha cancellato  dal mercato 30 mila liberi professionisti. Veterinari liberi professionisti in controtendenza.

I dettagli sono nel V Rapporto sulle libere professioni in Italia, presentato da Confprofessioni in streaming (qui il video) e curato dall’Osservatorio libere professioni della Confederazione.
I più colpiti- Nei primi sei mesi del 2020, oltre 30 mila liberi professionisti (in prevalenza donne) hanno dovuto abbandonare la propria attività a causa della crisi innescata dalla pandemia, cui si aggiungono circa 170 mila lavoratori indipendenti su una platea di oltre 1,5 milioni di lavoratori autonomi bloccati dal primo lockdown (dati fino a 3 maggio 2020).
I settori professionali più colpiti sono quelli legati al commercio, finanza e immobiliare con un calo di quasi il 14% nel primo trimestre del 2020 e si registrano significative contrazioni anche tra le professioni dell’area tecnica (-5,7%) e amministrativa (-2,5%).
Psicologi e geometri primi per ricorso ai bonus– Lo stato di emergenza economica dei professionisti è confermato anche dal massiccio ricorso alle misure di sostegno messe in campo nei vari Dpcm varati durante la pandemia. Ad aprile le Casse di previdenza professionali hanno accolto oltre 400 mila domande per l’indennità dei 600 euro, introdotta dal decreto “Cura Italia”. Le categorie che hanno fatto maggior ricorso alle indennità sono gli psicologi e i geometri, con una percentuale di domande presentate superiore al 60%. Seguono gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti, e i veterinari con percentuali intorno al 50%. Tutte le altre categorie si attestano sotto il 40%, mentre in coda, sotto il 12%, troviamo quasi tutte le professioni sanitarie e i notai.
Veterinari in crescita al Centro e al Sud- Oltre la metà dei liberi professionisti risiede nel Nord Italia, dove prevalgono soprattutto le professioni scientifiche e quelle che operano nei servizi alle imprese. Tuttavia il Rapporto di Confprofessioni evidenzia la notevole crescita registrata al Sud, tra il 2011 e il 2019, delle attività veterinarie e scientifiche (+76,5%), dei servizi alle imprese (+40%) e del commercio (+23,2%). Le dinamiche a livello territoriale mostrano invece come l’aumento delle professioni socio-sanitarie interessi in modo esplosivo il Nord (+60,3%), mentre al Centro si conferma l’intensa crescita delle attività veterinarie e scientifiche (+50,2%) e socio-sanitarie (+43,3%).
Più giovani fra i Veterinari- L’indagine condotta dal prof. Feltrin fotografa una realtà in continuo movimento dove emergono significative differenze generazionali e di genere. Tra il 2011 e il 2019 il numero dei giovani professionisti under 34 passa da 234 mila unità a 251 mila, mentre gli over 55 salgono da 270 mila nel 2011 a 435 mila nel 2019. Il contributo degli under 34 è maggiore nel settore dei servizi alle imprese (22%) e in quello delle attività scientifiche e veterinarie (20%), i professionisti con oltre 55 anni hanno invece un peso molto elevato nell’area socio sanitaria (40%) e nell’area del commercio (35%). 

Gender gap e gender balance– l’indagine di Confprofessioni mette in evidenza un marcato gap di genere, dove prevale la componente maschile: nel 2019 il 64% dei liberi professionisti sono uomini. Le donne rappresentano soltanto il 36%, ma sono più giovani (35-44 anni l’età media contro i 44-55 degli uomini) e possiedono un livello di istruzione più alto (l’80% è laureata contro il 61% dei colleghi). Un buon gender balance si registra nell’area socio-sanitaria dove la presenza femminile sale al 50% e nell’area legale con il 48%. Tra le professioni di area tecnica e nel commercio, le donne pesano solo rispettivamente il 24% e il 22%.
Professioni ordinistiche e non ordinistiche- Tra il 2014 e il 2019, il comparto libero professionale ha visto aumentare molto la componente non ordinistica, ovvero i professionisti iscritti alla Gestione separata Inps (+23%). Nel 2019 si contano quasi 150 mila professionisti in più rispetto al 2014, di cui circa la metà (poco meno di 72 mila) iscritti alla gestione separata Inps. Tuttavia i professionisti con Cassa di previdenza privata si caratterizzano per un reddito medio in crescita (+4,4%) e pari a 35 mila euro al 2019, mentre i secondi vedono calare in misura significativa i propri introiti (- 10%) che si attestano al 2019 su una cifra poco superiore ai 15 mila euro, meno della metà di quella delle professioni ordinistiche.
Infortuni in crescita nel comparto socio-sanitario- Il trend generale degli infortuni sul lavoro va riducendosi di anno in anno, ma nel 2020 tale riduzione risulta particolarmente significativa. La riduzione degli infortuni che si osserva nelle attività professionali e in tutti i settori occupazionali ad eccezione del comparto sanitario è imputabile in buona misura alla diminuzione di ore lavorate, a causa del lockdown e del blocco imposto a larga parte delle attività. L’unico settore in controtendenza è quello socio-sanitario che registra una vera e propria impennata degli infortuni, pari addirittura al +315,2% (da 5 mila a oltre 19 mila), un dato fortemente condizionato dagli eventi di contagio da Coronavirus in ambito lavorativo cui sono stati esposti gli operatori sanitari. Le regioni che registrano la maggior crescita di infortuni sul lavoro nel comparto socio-sanitario sono quelle maggiormente colpite dalla pandemia, con il 34% dei casi localizzato in Lombardia. Gli infortuni riguardano in 3 casi su 4 la popolazione femminile.

Più numerosi che nel resto d’Europa- I professionisti nel mondo del lavoro. Con poco più di 1,4 milioni di unità, il comparto dei liberi professionisti costituisce nel 2019 oltre il 6% degli occupati in Italia e il 27% del complesso del lavoro indipendente. Con oltre 1,4 milioni di iscritti agli ordini professionali, l’Italia si conferma il Paese con il maggior numero di professionisti in Europa.
Presentazione on line– Il “V Rapporto sulle libere professioni in Italia 2020”, curato dall’Osservatorio libere professioni di Confprofessioni, coordinato dal professor Paolo Feltrin, è stato  presentato a Milano in diretta streaming; l’iniziativa ha visto la partecipazione di Tiziano Treu, presidente del Cnel; del viceministro dell’Economia, Antonio Misiani; del Sottosegretario al Lavoro, Francesca Puglisi; del vicepresidente della Commissione Finanze della camera, Alberto Gusmeroli; del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Maria Stella Gelmini; di Michele Gubitosa della Commissione parlamentare per la semplificazione e di Ylenja Lucaselli della Commissione Bilancio della Camera. (qui le slide).

 

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