Il Consiglio di Stato ribadisce obbligo per i sanitari
Con decreto firmato dal Presidente della Terza Sezione, Franco Frattini, il Consiglio di Stato ha nuovamente bocciato i ricorsi contro la sospensione avanzati da sanitari non vaccinati.
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Il Consiglio di Stato interviene di nuovo sulla vaccinazione obbligatoria per le professioni sanitarie. Respinto un altro ricorso contro la sospensione per inosservanza dell’obbligo. Ribaditi i principi espressi a ottobre: l’interesse della collettività prevale sui dubbi individuali e il rifiuto della vaccinazione da parte di coloro che esercitano per la salute della collettività è ancora più “peculiare e dirompente”. Dai sanitari ricorrenti “dubbi scientifici non dimostrati”.
Palazzo Spada ribadisce il principio espresso con la sentenza dello scorso mese di ottobre: “la prevalenza del diritto fondamentale alla salute della collettività rispetto ai dubbi individuali o di gruppi di cittadini sulla base di ragioni mai scientificamente provate”
Nel decreto il Consigliere di Stato Frattini afferma che “soltanto la massiva vaccinazione, anche ed anzitutto di coloro che entrano in servizio ordinariamente in contatto con altri cittadini specie in situazione di vulnerabilità, rappresenta una delle misure indispensabili per ridurre, anche nei giorni correnti, l’emergente moltiplicazione dei contagi, di ricoveri, delle vittime e di potenzialmente assai pericolose nuove varianti”.
Innegabili effetti positivi delle vaccinazioni nel contrasto alla pandemia: “quanto ora sottolineato, anche sotto il profilo del danno irreparabile, indica che, semmai esso sarebbe incomparabilmente più grave per la collettività dei pazienti e per la salute generale, rispetto a quello lamentato dall’operatore sanitario sulla base di dubbi scientifici certo non dimostrati a fronte delle amplissimamente superiori prove, con l’erogazione di decine di milioni di vaccini solo nel nostro paese, degli effetti positivi delle vaccinazioni sul contrasto alla pandemia e alle sue devastanti conseguenze umane, sociali e di depravazione della solidarietà quale principio cardine della nostra Costituzione.”
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