In Italia servono 1.248 Veterinari
Il Ministero della Salute ha trasmesso alle Regioni lo schema di accordo per il fabbisogno dei laureati magistrali a ciclo unico in Medicina Veterinaria 2023-2024. Il Ministero della Salute chiede 1.248 Medici Veterinari.

Dopo il confronto con le Regioni, il fabbisogno passerà al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. L’ultima parola sul numero programmato spetterà al Ministero dell’Università, che quantificherà i posti disponibili sulla base dell’offerta formativa degli atenei.
Per il MUR 1.082 posti provvisori- Con il decreto del 10 febbraio scorso, il Ministero dell’Università ha fissato, in via provvisoria, 1.082 posti disponibili ai corsi di laurea in Medicina Veterinaria per l’anno accademico 2023-2024. Il decreto precede cronologicamente la disamina del fabbisogno per consentire agli atenei e ai candidati l’avvio delle selezioni di accesso al corso di laurea.
Il numero dei posti disponibili può subire modifiche in fase di programmazione definitiva. L’anno scorso, la programmazione definitiva si era attestata a 1.080 posti, 132 in meno di quanto richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni secondo la quale il numero programmato avrebbe dovuto allinearsi a a un fabbisogno di 1.212 posti.
Per il Ministero della Salute servono 1.248 Medici Veterinari- Il Ministero della Salute ha stimato per l’anno 2023-2024 un fabbisogno di 1.248 Medici Veterinari, 36 in più dell’anno scorso, così suddiviso fra le regioni:
– Piemonte: 100 (Medici Veterinari)
– Valle d’Aosta: 4
– Lombardia: 100
– Provincia Autonoma di Trento: 20
– Provincia Autonoma di Bolzano: 10
– Veneto: 90
– Friuli Venezia Giulia: 30
– Liguria: 15
– Emilia Romagna: 85
– Toscana: 70
– Umbria: 40
– Marche: 34
– Lazio: 100
– Abruzzo: 30
– Molise: 5
– Campania: 80
– Puglia: 150
– Basilicata: 80
– Calabria: 40
– Sicilia: 100
– Sardegna: 65
Come viene calcolato il fabbisogno– Il fabbisogno viene determinato in base alla previsione di domanda e di offerta a livello regionale e nazionale dei professionisti sanitari. I principi e il metodo sono descritti nell’allegato A dell’Accordo Stato Regioni 25 maggio 2017 che per la prima volta ha introdotto parametri non soltanto applicabili alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale ma anche del mercato dei servizi libero-professionali.
Sulla stima del fabbisogno formativo concorrono i pareri delle Federazioni nazionali degli Ordini delle professioni sanitarie.
Tratto da Anmvi Oggi
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