Ingegneri, 'non rinviabile la messa in sicurezza del territorio'
Giornata nazionale della prevenzione del rischio idrogeologico.
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Si è svolta ieri a Roma la prima Giornata nazionale della prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico organizzata dal Consiglio Nazionale dei Geologi e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in collaborazione con le rispettive Fondazioni.
La giornata è partita dal dato citato da alcune stime che afferma che in Italia 6,8 milioni di abitanti risiedono in aree a rischio alluvionale medio e 2,4 milioni in zone alluvionali altamente pericolose, per un totale del 15% della popolazione italiana coinvolta. Da qui geologi e ingegneri sono partiti per calcolare il fabbisogno per rispondere in modo sistematico al fenomeno che si aggirerebbe intorno ai 26, 58 miliardi.
Da qui il campanello d‘allarme lanciato dal palco dell’Acquario Romano: “Il nostro è un Paese straordinariamente bello, ma fragile. – ha detto il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Angelo Domenico Perrini – Cambiamenti climatici e piogge torrenziali provocano danni ingenti. I fenomeni diventano sempre più frequenti e ciò impone un ripensamento nella progettazione delle opere”. Non c’è più tempo né denaro da sprecare in altre opere, ha spiegato Perrini: “La messa in sicurezza del territorio non è più rinviabile, anche considerando il fatto che, sulla base dei nostri dati, prevenire costa circa un quinto di quanto si spende per riparare i danni degli eventi disastrosi”.
Il ministro per la Protezione Civile e il mare, Nello Musumeci ha quindi spiegato che il governo sta lavorando nell’ambito della prevenzione del problema: “Stiamo ricominciando quasi da zero, perché l’Italia non è un Paese predisposto alla prevenzione, sia strutturale che non strutturale. L’obiettivo del governo Meloni è quello di fare della Protezione civile, bravissima nella gestione delle emergenze, una struttura altrettanto brava nella gestione della prevenzione. Per farlo, serve il coinvolgimento di tutti, Istituzioni, Ordini professionali e cittadini” ha scritto sui suoi canali social il ministro. Accanto al ministro per la Protezione Civile hanno partecipato all’evento anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha evidenziato l’impegno del suo dicastero nei grandi progetti per la prevenzione del rischio idrogeologico come il Mose di Venezia e il Capo della protezione civile, Fabrizio Curcio che ha ribadito l’importanza di concentrare gli sforzi sulla prevenzione piuttosto che sulle fasi di post-emergenziali.
Presente alla giornata anche Massimo Gargano, Direttore Generale Anbi, che ha ricordato l‘impegno dell’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela territorio e acque irrigue nel campo della conoscenza idraulica del paese e il suo impegno “nella gestione di una rete idraulica lunga 231mila chilometri”. “I dati Ispra sono importanti per le decisioni su mitigazione del rischio e sempre più rilevanti in materia di finanza sostenibile e valutazione dei rischi finanziari legati agli effetti dei cambiamenti climatici” ha dichiarato il Direttore generale Ispra, Mara Siclari dal palco dell’iniziativa. Durante la giornata il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Arcangelo Francesco Violo ha poi ribadito l’importanza della giornata, “che contiamo di rendere un appuntamento annuale”, che “nasce dalla volontà di mettere a confronto i tecnici con i rappresentanti delle istituzioni sul tema del rischio idrogeologico. Negli ultimi 80 anni sono stati spesi 350 miliardi per riparare i danni causati dagli eventi estremi. Sono cifre che raccontano adeguatamente quella che è una vera emergenza. Perché non siamo riusciti a dare una risposta? Non è più tanto un problema di risorse, quanto un problema organizzativo”, ha affermato, sollecitando l’avvio di “un’adeguata pianificazione” ha conclusoViolo.
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