La deontologia del Consulente del Lavoro nei rapporti professionali
Lealtà, sussidiarietà, concorrenza e lotta all’abusivismo nell’approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
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Non esiste logica professionale senza il riconoscimento del valore etico della “Regola professionale”. È questo l’assunto di base da cui muove il nuovo approfondimento della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nel trattare i temi di “Lealtà, sussidiarietà, concorrenza e lotta all’abusivismo” nell’esercizio della professione, dando una lettura interpretativa del Codice deontologico di Categoria in cui il Consiglio Nazionale dell’Ordine ribadisce, tra l’altro, proprio l’importanza di questi principi. La semplificazione del sistema paese richiede un‘apertura agli Ordini professionali, che sono esterni all’apparato, ma rientranti comunque nel mondo pubblicistico. Come noto, il professionista esplica sé stesso e la sua attività nei confronti della collettività in virtù di un riconoscimento pubblico, una delega, conseguente prima al superamento di un esame, poi al mantenimento di una iscrizione all’Ordine professionale. Il riconoscimento pubblico delegatorio ha la natura di un’investitura laica, che autorizza il professionista a disporre dei diritti e degli interessi individuali e collettivi nel senso della legge. Per tale motivo, dunque, egli non può che agire eticamente. Nell’approfondimento della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro del 22 gennaio si affrontano, in particolare, il tema della necessaria concorrenza tra gli iscritti all’Ordine e le buone condotte comportamentali che i Consulenti medesimi devono tenere nello svolgimento della professione. Da ultimo, viene analizzata anche la problematica legata all’abusivismo professionale.
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