La petizione dei medici specializzandi: «Più tempo per entrare in servizio o molte borse andranno perse»
Già migliaia di sottoscrizioni alla lettera dei rappresentanti della categoria dopo lo slittamento dell'assegnazione dei posti deciso dal ministero dell'Università
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Contro lo slittamento dell’assegnazione delle borse per l’anno 2023/2024, i futuri medici specializzandi chiedono più tempo. Già 3.800 le firme raccolte. E scrivono alle istituzioni, minacciando «ogni forma di protesta consentita dalla legge» se non otterranno ascolto.
La scelta della specializzazione
Il 6 settembre scorso, a sole 48 ore dalla data originariamente fissata, il ministero dell’Università ha posticipato la data d’avvio della fase di scelta delle scuole di specializzazione da parte dei concorrenti al concorso nazionale. I medici freschi di laurea, infatti, per continuare la formazione e diventare oncologi, cardiologi, pediatri devono affrontare una selezione nazionale. In base al punteggio, hanno più o meno opportunità di scelta della specializzazione da frequentare.
Le date
La finestra temporale prevista per questo passaggio era in calendario dall’8 al 18 settembre. È stata invece spostata dal ministero al periodo 28 settembre-6 ottobre. È slittato in avanti, quindi, anche il periodo di immatricolazione. E si è ridotto drasticamente il tempo disponibile per gli «scaglioni straordinari», una sorta di ripescaggi.
Cosa cambia con lo slittamento
Le conseguenze? Molte, secondo gli organi di rappresentanza dei giovani medici (Anaao Assomed giovani, Associazione liberi specializzandi, Giovani medici e i rappresentanti della categoria nel Consiglio nazionale studenti universitari e nell’Osservatorio nazionale per la formazione medico specialistica). Meno tempo per trovare casa e trasferirsi per chi deve cambiare città, difficoltà organizzative, ma soprattutto meno possibilità di redistribuire le borse. Molte delle quali, quindi, rischiano di andare perse.
I posti «persi»
Nel 2022, con 5 scaglioni straordinari prima della presa in servizio, non andò assegnato il 15% dei posti, contro il 10% dell’anno prima, quando i turni di ripescaggio furono 9. I rappresentanti degli specializzandi temono un risultato ancora peggiore stavolta. Con conseguente spreco di fondi pubblici
La petizione
Da qui, la lettera-appello che sta raccogliendo migliaia di firme, indirizzata al ministero dell’Università, agli organi competenti e per conoscenza anche al ministero della Salute. Nel documento chiedono di prorogare di 30 giorni l’entrata in servizio dei neo-specializzandi, ma anche di pubblicare un calendario degli scaglioni straordinari e i questionari di valutazione delle singole scuole di specialità. Ancora, chiedono che i fondi per le borse andate perse negli anni scorsi siano reinvestiti nella formazione. Da ultimo, l’invito ad aprire un tavolo per ridiscutere la formazione medica post-laurea. La sottoscrizione della lettera si chiuderà la sera del 10 settembre. Poi, l’invio al ministero.
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