Anno: XXV - Numero 235    
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La riforma della legge istitutiva dei commercialisti solo dopo aver ascoltato i protagonisti

I sindacati di categoria lanciano un appello al legislatore dopo gli emendamenti al DL Ristori

La riforma della legge istitutiva dei commercialisti solo dopo aver ascoltato i protagonisti

Sono stati presentati, con prima firmataria la senatrice Donatella Conzatti, due emendamenti al D.L. Ristori, che pesantemente varierebbe il D. Lgs. 139/2005, l’ordinamento professionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, la nostra legge istitutiva, con modifiche in materia elettorale, introducendo nuovi termini, ulteriori facoltà di riproporre le candidature, la disciplina di genere, la commissione elettorale, ecc. Proposte importanti, alcune condivisibili ad una prima analisi, altre meno.

Tutte, però, fuori luogo ed intempestive e soprattutto al di fuori di una logica di riforma organica dello strumento legislativo principe della nostra categoria.

Prima di tutto si deve con rammarico prendere atto che ancora una volta assistiamo al tentativo di un intervento individuale all’ordinamento professionale, al di fuori di un percorso di confronto e di condivisione, nonostante riguardi noi, il corpo portante delle norme che riguardano la nostra categoria che ogni giorno esercitiamo, la nostra “carta d’identità”, la nostra inviolabile Costituzione.

Intendiamo fermamente stigmatizzare la inopportunità, in questi tempi, di introdurre modifiche al D. Lgs. 139, con un inopportuno strumento di urgenza – quando le urgenze sono ben altre, quando le modifiche dovrebbero essere frutto di una condivisione ed essere assunte a distanza da momenti elettorali ed influenze conseguenti, con ponderazione e serena previsione degli effetti della norma che si propone.

La inopportunità, prima ancora che la infondatezza o meno delle proposte, la mancata condivisione, la evidenza che il D. Lgs. 139 ha bisogno di una modifica organica e strutturale, il fatto che la proposta interviene ad “urne aperte”, cancellando di fatto l’espressione elettorale attiva e passiva già in corso, tutto ciò rende improponibile un simile emendamento.

Gli scriventi Sindacati invitano tutta la classe politica a prendere atto di ciò ed a provvedere affinché gli emendamenti vengano immediatamente espunti dalla Legge di conversione del Decreto Ristori.

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