Medici Impiegati superpagati
È bufera sulle parole dell'assessore Venturi
«Non esiste, e non è mai esistita la possibilità che funzioni mediche vengano esercitate da altre figure professionali, in assenza di indicazioni da parte della scienza. E se oggi i medici sono costretti, loro malgrado, a dover adempiere anche a compiti amministrativi, spesso soverchianti, vuol dire che dobbiamo cambiare molto nell’organizzazione del sistema, e questo lo sento come un impegno preciso. Nel mio intervento ho spiegato come adesso ci siano le condizioni per cambiare». Sergio Venturi assessore sanità emiliano precisa il taglio del suo discorso alla tavola rotonda del congresso Fials dedicata alle professioni sanitarie. Un discorso apparso duro, dove in più frasi il medico emerge un po’ come il classico calciatore che non passa il pallone ai compagni e così facendo impedisce alla sanità pubblica di crescere. Venturi parlava a una platea di professionisti sanitari non medici e ha spiegato che per rendere più autonome le proprie competenze gli infermieri hanno due strade, o cercare il dialogo con i medici o parlare direttamente ai cittadini, «che non sono mica stupidi». «Io ho già dato tant’è che sono stato radiato dall’Ordine dei Medici»: si riferisce alla sanzione comminata dall’Omceo Bologna dopo che da assessore lui, medico, aveva approvato linee guida di emergenza che “shiftano” agli infermieri compiti rivendicati da medici. E ha poi ricordato come un medico neoassunto costi al servizio sanitario 70 mila euro annui, “vale” due infermieri, «sapete quanti soldi possiamo distribuire a medici e professionisti?». Il problema dei medici è che sono “impiegati”, «il medico vuole essere il burocrate, vuol essere lui a fare l’anamnesi». O ancora: «Come è possibile che in Italia i medici radiologi (che tra l’altro non troviamo) vogliono fare cose che all’estero, quando vanno a vedere come funzionano gli assetti organizzativi, si rifiutano di fare? Perché non si possono fare i referti delle radiografie da parte dei tecnici di radiologia? Insistete per quello, se volete noi una mano ve la diamo!». Sono state parole “in libertà” e “sconcertanti” per il presidente della Federazione degli Ordini Filippo Anelli che teme «una spaccatura sia tra le Professioni sia nella Politica, in un momento in cui c’è invece una grande unione e collaborazione per sostenere il nostro Servizio sanitario nazionale: nessuno di noi vuole una guerra tra professioni, ma semmai una battaglia sullo stesso fronte contro le disuguaglianze nell’accesso alle cure, contro la carenza di professionisti, per un miglioramento delle competenze e per l’aumento della qualità dell’assistenza». Anelli chiede a Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni e dell’Emilia Romagna un intervento «teso a rasserenare gli animi», e di convocare il Tavolo permanente sulle professioni. Un tavolo in effetti è stato convocato l’11 ottobre dal ministro della Salute Roberto Speranza sulla sicurezza degli operatori sanitari e per la prevenzione degli episodi di violenza. Tra i sindacati, Guido Quici leader Cimo Fesmed (ospedalieri) ha parlato di «intervento spregevole partito dall’assunto che un medico può essere tranquillamente sostituito con un infermiere e/o al costo di quest’ultimo, come in una sorta di “2 x 1” tipico delle promozioni da supermercato. Un’offesa gratuita agli stessi infermieri e tecnici: l’importante, secondo l’assessore regionale, è garantire il servizio sanitario al più basso costo possibile e a prescindere dalla figura professionale o dal livello delle cure». Una prospettiva «dove solo il cittadino che se lo potrà permettere potrà scegliere di avere, attraverso la sanità integrativa e le assicurazioni private, un medico come un “upgrade”». Anaao Assomed con il segretario Carlo Palermo ha toccato un altro nervo scoperto, l’autonomia chiesta dall’Emilia Romagna con Venturi che scarica responsabilità sui medici e distoglie l’opinione pubblica da «de-finanziamento del Ssn, per quasi la metà scaricato sul personale dipendente», e dalla «grande frattura nord-sud che la secessione dei ricchi rischia di accentuare fino a spaccare il Paese». Il sindacato dei medici di famiglia Snami con il vicepresidente Domenico Salvago ha auspicato «una presa di posizione comune ordini-sindacati. Se sono state solo parole infelici Venturi deve chiedere scusa» in caso contrario urgono «le sue dimissioni da assessore regionale alla Salute». In effetti ora Venturi torna sui suoi passi, e punta a ricordare innanzi tutto dei fatti. Primo, «in Emilia-Romagna abbiamo da poco firmato un accordo con l’associazione dei medici di medicina generale (Fimmg, ndr) per riconoscere loro un ruolo insostituibile e centrale nella moderna sanità pubblica. Un accordo che sarà propedeutico all’accordo nazionale. Secondo, in Regione ogni azione, ogni scelta, ogni investimento in questi anni è andato nella direzione di valorizzare i professionisti. Ho presente il fatto che la sfida per la qualità della sanità pubblica si vince lavorando assieme. Stiamo parlando della salute di tutti, e su questo non possiamo permetterci di perdere nemmeno un minuto».
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