Medici, primo passo verso il nuovo contratto per i dirigenti
Aumenti da 210 euro al mese
Non solo il personale sanitario, anche i medici dirigenti verso il rinnovo del contratto. L’atto di indirizzo per il Ccnl 2019-2021 della dirigenza medica e sanitaria, appena pubblicato, pone infatti le basi per il rinnovo. Si prevede un incremento di spesa di poco meno di 650 milioni di euro che interesserà circa 135 mila medici e dirigenti sanitari. In concreto si parla di un aumento medio di oltre 210 euro lordi al mese.
Dice Davide Caparini, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. «L’approvazione di questo atto da parte del Comitato di settore Regioni-Sanità avviene al termine della fase più acuta dell’emergenza, che ha messo in luce la capacità del Servizio Sanitario Nazionale di far fronte a estreme criticità. Tutto ciò coincide con l’attuazione anche del Pnrr, la nuova sfida a cui la sanità italiana è chiamata a rispondere. La valorizzazione dei medici che già lavorano nel sistema sanitario e la necessità di far fronte alla carenza di personale, sono gli obiettivi che occorre perseguire in questa tornata contrattuale». Le Regioni hanno sottolineato di ritenere importante avviare in tempi rapidi la fase di contrattazione in collaborazione con Governo, organizzazioni sindacali e l’Aran. Tra le principali linee di intervento c’è la revisione del sistema degli incarichi e la rivalutazione dell’indennità di posizione con una «semplificazione delle procedure dei fondi contrattuali».
Non sono però mancate le critiche dall’associazione dei medici dirigenti Anaao Assomed. Dice il segretario nazionale, Pierino Di Silverio: «In tempi di crisi — sottolinea — ci vuole coraggio, specie nei confronti di un personale che ha letteralmente salvato il Paese da una Caporetto sanitaria. Coraggio che è mancato anche nel sottrarre il ministero della Salute dal commissariamento di fatto del Mef e della Funzione Pubblica, per un Ccnl all’altezza delle aspettative e delle necessità del sistema sanitario». Secondo Di Silverio, l’atto di indirizzo «non sembra riflettere il contesto di emergenza in cui versa la sanità pubblica e il lavoro dei professionisti al suo interno». Non si vedono idee innovative per contrastare la contingente carenza di personale medico» e «mancano nell’Atto di indirizzo gli interventi a livello economico e operativo, al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi e limitare, per quanto possibile, le esternalizzazioni». Anaao pone poi l’accento sulle grandi dimissioni dei medici: 8mila negli ultimi tre anni a cui si unisce la mancanza di personale in determinati ambiti come la Medicina d’urgenza. Segnali preoccupanti che ribadiscono la ridotta appetibilità e sostenibilità della carriera in Sanità.
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