Medici, stipendi sotto media Ocse.
Ecco come trovare le risorse
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Il Servizio sanitario nazionale è arrivato “al capolinea”. I principi su cui si fonda, “universalità, uguaglianza ed equità”, ormai “sono stati traditi” e sostituiti da “interminabili tempi di attesa, affollamento dei pronto soccorso, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, inaccettabili diseguaglianze regionali e locali sino alla migrazione sanitaria, aumento della spesa privata sino all’impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure”. È quanto evidenzia la Fondazione Gimbe nel suo 6° Rapporto sul Ssn, per invocare “un Patto sociale e politico che, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di Governi”, possa salvare attraverso un Piano di rilancio in 14 punti “quel modello di sanità pubblica, equa e universalistica”, che rappresenta un “pilastro della nostra democrazia”. Una “conquista sociale irrinunciabile”, una “grande leva per lo sviluppo economico del Paese”.
È a partire da queste premesse che Anaao Assomed e Cimo-Fesmed i principali sindacati che rappresentano i medici dipendenti del Ssn, ribadiscono in una nota come si tratti “dell’ennesimo documento che illustra lo stato desolante in cui versa la sanità pubblica. Fortemente definanziata dai Governi degli ultimi 15 anni di ogni colore politico” e che “continua a offrire i servizi – seppur sempre più deficitari – solo grazie alla dedizione e allo spirito di sacrificio del personale sanitario. Eppure, le retribuzioni dei medici specialisti dipendenti risultano, dai dati presentati da Gimbe, inferiori alla media Ocse: a parità di potere di acquisto, gli italiani guadagnano il 47% in meno rispetto ai colleghi inglesi, il 78% in meno rispetto ai tedeschi e l’81% in meno degli olandesi. Divari eccessivi che è necessario colmare, per evitare che i medici, in particolare i più giovani, decidano di lasciare il Ssn”. Per questo i sindacati chiedono con forza che “la prossima legge di Bilancio preveda la valorizzazione del lavoro svolto ogni giorno negli ospedali di tutta Italia. La defiscalizzazione al 15% dell’Irpef sull’indennità di specificità medica e veterinaria, percepita trasversalmente da tutta la categoria sarebbe un segnale forte e concreto.
Le risorse potrebbero derivare anche dalla tassa di scopo proposta qualche settimana fa dal sen. Francesco Zaffini (Fdi), primo firmatario dell’ordine del giorno approvato in Senato che impegna il Governo a prevedere un incremento delle risorse destinate al Ssn mediante un aumento della tassazione sui giochi online” continua la nota. «Se le risorse per la sanità non ci sono occorre trovarle – dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed -. Un’alternativa non c’è, se non si intende costringere i cittadini a rinunciare alle cure o a pagare di tasca propria prestazioni che dovrebbero essere garantite dal Servizio sanitario nazionale».
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