Professionisti: redditi in calo, ma non per tutti
Rapporto sulle libere professioni in Italia, che vanta il primato in Europa per numero di professionisti attivi: in calo redditi e datori di lavoro.
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L’Italia si conferma il Paese con il maggior numero di professionisti in Europa, anche nell’era post pandemia e considerando lo scenario di crisi internazionale.
Stretta sulle nuove Partite IVA: la misura in Manovra Lo si evince dal VII Rapporto curato dall’Osservatorio libere professioni di Confprofessioni, documento che mette in evidenza come attualmente i professionisti attivi sul territorio siano oltre 1,4 milioni e rappresentano il 28,5% del lavoro indipendente in Italia, con una crescita costante negli ultimi 10 anni che è stata frenata solo dall’emergenza sanitaria, tanto che tra il 2018 e il 2021 sono state 24 mila le attività professionali a chiudere i battenti.
I professionisti datori di lavoro, tuttavia, calano di quasi il 13% soprattutto nelle regioni del Nord Ovest e del Centro, sebbene i saldi occupazionali si mantengano sempre in positivo, grazie all’incremento dei contratti a tempo indeterminato.
A calare, inoltre, sono anche i redditi dei professionisti iscritti alle Casse di previdenza private, che segnano una flessione del 2% ma non uniforme in tutte le categorie: se per avvocati, periti industriali e architetti il calo ha raggiunto anche il 6%, per i consulenti del lavoro hanno visto incrementare i loro redditi del 26,5%.
La libera professione vale oltre 40 miliardi di euro in Italia in termini di reddito complessivo, in più quasi l’84% di questo reddito proviene dai professionisti iscritti alle Casse di previdenza private. Una certa forbice permane anche tra i redditi medi dei professionisti ordinistici (attorno ai 35 mila euro,) e quelli non ordinistici (circa 15.500 euro).
Tra gli iscritti alle Casse di previdenza private, nello specifico, i redditi più alti riguardano gli attuari (87.275 euro), i commercialisti (68.000 euro) e i consulenti del lavoro (54.855 euro), mentre a percepire meno guadagni sono agrotecnici, psicologi e giornalisti.
Il Rapporto sulle libere professioni 2022 è lo specchio fedele di una realtà economica che mostra una forte resilienza di fronte alle turbolente oscillazioni congiunturali e a una politica che fino a oggi non ha saputo intercettare il valore del lavoro professionale nei meccanismi di crescita della nostra economia.
Assistiamo a una sorta di strategia difensiva da parte dei liberi professionisti che, per difficoltà oggettive o a causa di un contesto normativo poco incentivante, ritardano la partenza della ripresa del settore nel suo complesso – commenta il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.
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