Recovery, i capitoli da far scrivere alla Veterinaria 21 Gennaio 2021
Ambiente, digitalizzazione e rafforzamento one health dei sistemi sanitari sono i principali punti elenco dettati dal Next Generation EU agli Stati Membri.
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Una grande occasione per tutti di migliorare e di correggere. La FNOVI scandisce le sue proposte e chiede di usare i fondi UE “per riforme strutturali”.
La pandemia ha fatto emergere “il grande senso di responsabilità̀ e la capacità di resilienza dei singoli operatori che spesso sono stati in grado di sopperire alle mancanze del sistema. Questo vale per gli operatori di sanità pubblica compresi i Medici Veterinari”. Lo evidenzia la FNOVI in un comunicato stampa che riprende alcuni passaggi della relazione del Presidente Gaetano Penocchio, al Consiglio Nazionale del 16 gennaio, dedicata al Recovery Fund.
Ambiente, digitalizzazione e rafforzamento one health dei sistemi sanitari sono i principali punti elenco del Next Generation EU a cui si devono conformare i piani di rilancio e resilienza degli Stati Membri, una grande occasione per tutti di migliorare e correggere. “Le scelte che riguardano la Sanità pubblica veterinaria – afferma la FNOVI- devono essere guidate dai medici veterinari e non subite da questi. La politica deve riconoscerci il ruolo di tutori della salute del cittadino e strutturare un’Autorità che sia veramente competente e capace di orientare le decisioni in questo settore strategico per il rilancio del sistema paese”.
Ambiente, Arpa e Asl- “Come medici veterinari abbiamo un importante capitolo da scrivere dedicato alla “medicina ambientale”. Non è difficile individuare tematiche ambientali specifiche, dato che lo scopo finale delle attività dei medici veterinari è la salute pubblica. Da tempo viene invocata una norma che possa definire la sinergia ambiente-salute attraverso l’interazione delle istituzioni ambientali affidate all’ARPA con quelle sanitarie. Le competenze della sanità in materia ambientale devono essere ridefinite, in modo da legare la difesa delle matrici ambientali alla tutela della salute dei cittadini in forma preventiva (Arpa + Asl) anche perché la maggior parte dei problemi ambientali irrisolti (rifiuti, diossine, eccetera), nascono dal fallimento provocato dalla separazione della protezione ambientale da quella sanitaria. Per cambiare le regole del gioco, sarebbe sufficiente definire il ruolo giuridico di tutto il personale dei dipartimenti di prevenzione, medici veterinari compresi”.
Big data e Classyfarm- “In medicina veterinaria l’obiettivo è quello di rafforzare l’infrastruttura tecnologica del Ministero della Salute. Servirà una “reingegnerizzazione” dei Sistemi Informativi che dovrà partire dall’analisi dei bisogni informativi a livello nazionale e internazionale, per rafforzare i sistemi esistenti, ampliarli ed integrarli in un unico sistema. L’esperienza è quella del big data Classyfarm. Per rendere il sistema più accessibile e fruibile servirà acquisire in modo automatico dati dalle banche dati regionali, risolvere i problemi informatici di queste relazioni, oltre a predisporre l’interfaccia per le certificazioni. Classyfarm dovrà essere reso più accessibile e fruibile ed a questo fine andrà implementata oltre che la tecnologia, l’assistenza. Il sistema Classyfarm potrà essere ampliato e migliorato ad esempio prevedendo una apposita sezione destinata a rilievi epidemiologici al momento non previsti”.
Green Deal e un allevamento resiliente- “L’allevamento sarà fra i settori guida del Green Deal, e della relativa transizione con la previsione di 2 road map, una per il benessere animale e l’altra per ridurre del 50% le vendite di antibiotici. La richiesta da parte dei consumatori di filiere più corte è aumentata durante la pandemia da Covid -19 ed ha reso tutti consapevoli della forte relazione tra la nostra salute, gli ecosistemi, le catene di approvvigionamento, i modelli di consumo e i limiti del pianeta. Questa richiesta si aggiunge alla domanda di prodotti freschi e meno lavorati provenienti da fonti sostenibili richieste già da tempo dai consumatori”.
“L’obiettivo di promuovere un allevamento resiliente e rinnovato, non solo ci deve far riflettere sulla paventata chiusura del 20-30% degli allevamenti, ma sull’opportunità professionale rappresentata dalle tecnologie innovative. La professione dovrà promuovere un’analisi dei sistemi produttivi, per l’agricoltura la riduzione del 50% in 10 anni dell’uso dei fitosanitari, e la diffusione delle tecnologie di biocontrollo in quanto soluzioni di origine naturale, per la sanità soprattutto allevamento e trasformazione e verificare la possibilità di una transizione verso sistemi sostenibili. Il piano d’azione su cui si fonda lo sviluppo dell’agroecologia vede i medici veterinari parte attiva”.
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