Superbonus, appello di Ance Catania ai parlamentari per proroga di 6 mesi
Rigenerazione e messa in sicurezza, appello dei Costruttori etnei ai parlamentari
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Evitare il rischio di contenziosi e garantire il corretto svolgimento dei lavori, portandoli a termine. La scadenza del Superbonus 110% e 90% per gli interventi sui condomini, fissata per il prossimo 31 dicembre, preoccupa Ance Catania, l’associazione dei costruttori edilizi della provincia etnea.
«Le numerose modifiche normative degli ultimi mesi hanno ulteriormente rallentato le opere in essere, con il rischio di non portarle a termine entro la fine dell’anno», commenta il presidente Rosario Fresta, che aggiunge: «Dopo attente valutazioni, crediamo sia necessaria una proroga che permetta di chiudere il quadro in modo corretto e che dia atto e valore a uno strumento dal grande potenziale, che ha permesso di rimettere in moto l’intera filiera edilizia e rilanciare l’economia del Paese post emergenza Covid. Il blocco nell’acquisto dei crediti – sottolinea – ha inoltre prodotto rallentamenti nell’esecuzione dei lavori nei condomini. Il décalage di aliquota in condomini in stato di avanzata esecuzione interessa molte famiglie e imprese e può tradursi in una situazione potenzialmente esplosiva, generando decine di migliaia di contenziosi».
La proroga, secondo Ance Catania, consentirebbe di lavorare nel segno della qualità e della sicurezza per i lavoratori. «L’ormai imminente scadenza al 31 dicembre 2023 per gli interventi sui condomini eseguiti in regime di Superbonus 110% e 90% e l’esistenza di cantieri già concretamente e ampiamente avviati – prosegue Fresta – pongono all’attenzione di tutti il tema sulla necessità di prevedere una prolungamento della scadenza, così da evitare una corsa forsennata che potrebbe provocare un rischio per la sicurezza dei lavoratori coinvolti e per la qualità degli interventi eseguiti».
Considerazioni già esposte ai rappresentanti regionali al Senato e alla Camera, prima della conversione in legge del decreto Omnibus, affiancandosi alla posizione presa da Ance su scala nazionale, con la richiesta di posticipare la scadenza di sei mesi. «Non si tratta di una riapertura dell’aliquota per nuovi lavori, ma solo di una soluzione per risolvere i problemi denunciati, con un costo molto contenuto per le casse dello Stato – aggiunge il rappresentante della categoria etnea – senza dimenticare la necessità di prevedere una soluzione allo smobilizzo dei crediti “incagliati”, che rappresentano un peso non più sostenibile per migliaia di imprese di costruzioni ormai di fronte al serio rischio di fallimento.
La Legge di bilancio è alle porte – conclude Fresta – e siamo certi sia possibile, ancorché auspicabile, prevedere al suo interno una soluzione concreta a un problema che, anche nel nostro territorio, riguarda da vicino migliaia di cittadini, famiglie e imprese, che cercano nell’azione politica una risposta alle loro grandi preoccupazioni. La chiusura della stagione del 110%, con pregi e difetti, non può sottrarci da una riflessione seria sul futuro dell’adeguamento sismico del patrimonio edilizio, in un Paese ad alto rischio, e al suo efficientamento energetico».
Agenzia I Press
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