Test di medicina, ecco i Ddl in Senato per superare il numero chiuso
La Ministra della Salute Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che definisce l'esame d'accesso a Medicina e chirurgia. Il “concorsone” cartaceo nelle sedi universitarie tornerà in scena il 28 maggio e i 30 luglio prossimi, e sancirà la fine dell’esperimento del Test on line.
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La Ministra della Salute Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che definisce l’esame d’accesso a Medicina e chirurgia. Il “concorsone” cartaceo nelle sedi universitarie tornerà in scena il 28 maggio e i 30 luglio prossimi, e sancirà la fine dell’esperimento del Test on line. Questo, in attesa di una riforma sul numero chiuso, in vigore da 25 anni. Pronto il commento della Federazione degli Ordini da sempre in favore dell’accesso programmato. Il presidente Filippo Anelli definisce la misura “un passo avanti”, ma ammonisce: «questi ragazzi svolgeranno la professione fra 10 anni. A loro servono 6 anni di corso di laurea più 4-5 anni per le specializzazioni, ma tra 10 anni andranno in pensione 6-7mila medici, mentre gli accessi previsti sono 20mila». A differenza di alcune voci sindacali dei medici ospedalieri, Anelli plaude alla possibilità di far familiarizzare i giovani con il dataset di quiz a partire da 20 giorni prima dell’esame. «Credo sia importante avere la possibilità di prepararsi su un programma ben preciso. Un giovane non si dovrebbe giocare le aspirazioni della vita in un’ora rispondendo bene alla domanda che capita. Poi sul periodo si può ragionare ancora. Ho molti dubbi sul fatto che (la selezione) si possa fare nel semestre facendo perdere sostanzialmente un anno ai ragazzi. Forse è più opportuno che il livello si accresca nel periodo del liceo». Intanto, il parlamento tira dritto sui disegni di legge per aprire l’ingresso a Medicina. Sono al momento cinque in Senato. Passiamo in rassegna le soluzioni proposte per l’accesso.
Il ddl 915 a prima firma di Carmela Bucalo FdI prevede per gli aspiranti medici l’avvio in un semestre comune nei corsi di laurea in biotecnologie mediche (L-2) o in scienze motorie e sportive (L-22), “a libero accesso e senza alcuna restrizione di programmazione riguardo alla sede”. I corsi del primo semestre – fisica medica, elementi di biologia cellulare e genetica, principi di anatomia umana – verrebbero erogati entro dicembre dell’anno di immatricolazione e a fine mese gli studenti sosterrebbero i tre esami ottenendo, in caso di superamento, 30 crediti formativi. Con i CFU, farebbero domanda di partecipazione al test d’accesso a Medicina, da svolgersi ogni anno a gennaio ed entrerebbero in una graduatoria nazionale da cui sarebbero tratti tanti quanti indicati nel fabbisogno concordato ogni anno tra ministeri di Università e Salute. Il ddl 916, abbozzato in Assemblea della Regione Siciliana, si propone di abrogare le disposizioni in materia di «numero programmato» per l’accesso ai corsi di Medicina, a oneri zero per lo Stato. Il ddl 942 a prima firma di Roberto Marti (Lega PSdAz) è una legge delega e affida ad uno o più decreti legislativi di disciplinare numero dei corsi e dei contenuti da superare. Con tre paletti: corsi per almeno il 50% frontali, e Anatomia in presenza a gruppi; superamento di quote minime di esami di profitto per proseguire gli studi; numero di posti pre-determinato per accedere alle “cliniche”, da frequentarsi in ospedali anche non universitari, di 1° e 2° livello, pubblici come privati convenzionati ed Irccs, “sotto la guida di tutor riconosciuti dalla sede di facoltà (anche pensionati da trattenersi extra organico su base volontaria fino al maturare del 42° anno di servizio effettivo)”. Il ddl 980 a prima firma di Claudio Fazzone (FI) rinvia ad un unico decreto del Ministro dell’università le modalità della selezione, previo “adeguamento del numero delle borse di specializzazione nelle varie discipline al numero delle posizioni vacanti” e previa disponibilità di spazi, docenti e laboratori nelle Facoltà. Infine, il ddl 1002 a prima firma di Ylenia Zambito (Pd) prevede il ricorso a un solo decreto legislativo che proverà a mantenere in ogni parte della Penisola una proporzione di medici non inferiore a 5 ogni 1000 abitanti. Nell’ambito dei posti programmati per il Ssn, potranno accedere al 2° anno di Medicina solo “gli studenti in regola con i crediti formativi previsti per il 1° anno e che abbiano riportato la media più alta, fino ad esaurimento dei posti disponibili”; e si chiederà agli studenti la disponibilità, a partire dal 2° anno di corso, a trasferirsi, incentivati, “presso le università aventi sede nelle regioni in cui maggiore sia il fabbisogno di addetti”. Gli studenti non idonei all’accesso al 2° anno, potranno proseguire gli studi in altro corso universitario, “facendo valere l’intero numero dei crediti conseguiti nel 1° anno”. Sì, infine, a corsi di orientamento a Medicina per studenti nell’ultimo anno di scuola secondaria.
Su questi ddl gli stessi proponenti hanno sondato per proposte integrative. Interpellato anche Francesco Fedele, decano dei cardiologi italiani e da sempre critico verso i test d’accesso, rei di non intercettare la reale vocazione alla cura. Che per ora ammette di trovare più “appropriato” il ddl 915. «Anche se – spiega– per valutare le capacità di logica investigativa e deduttiva degli aspiranti medici aggiungerei alle materie di insegnamento “Metodologia del ragionamento clinico”. Sono poi pienamente d’accordo sulla previsione di tecnologie di formazione a distanza eliminando anche l’imposizione di lezioni frontali a gruppi per le esercitazioni di anatomia: ritengo superfluo un tutoraggio in presenza per tale materia, tanto più che gli ammessi al corso di laurea al 5° anno di Medicina potranno/dovranno frequentare le lezioni ed esercitazioni frontali di anatomia patologica».
Medicina 33
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