Anno: XXV - Numero 214    
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Università, verso il superamento del numero chiuso

Si pensa di far entrare nel corso di laurea tutti gli aspiranti medici e di selezionarli nel primo anno, come avviene in Francia, da gennaio/febbraio, attraverso i punteggi degli esami chiave

Università, verso il superamento del numero chiuso

Il governo Meloni potrebbe superare il numero chiuso a Medicina: oltre a dei disegni di legge in itinere in senato, ci sono ulteriori conferme nelle dichiarazioni dei ministri in apertura degli anni accademici. Slittato a marzo del test d’ingresso, che non sarà più il Tolc dell’anno scorso ma avverrà attraverso quiz online tipo scuola-guida tratti da una banca dati “trasparente”, ora si pensa di far entrare nel corso di laurea tutti gli aspiranti medici e di selezionarli nel primo anno, come avviene in Francia, da gennaio/febbraio, attraverso i punteggi degli esami chiave. La nuova modalità di ammissione esordirà nell’anno accademico 2024-25, così da dare il tempo di far approvare una legge delega, strumento tramite il quale il governo realizzerà la riforma, e da dare la chance di riprovare quest’anno agli studenti che hanno provato il test l’anno scorso in quarta superiore. Ancora a primavera ed in estate dovremmo dunque vedere le 50 domande cui dare risposta in 90 minuti. Dopo, il ministero dell’Università può attivare due strade: o l’iscrizione collettiva a Medicina con l’avvio di una selezione a valle degli esami di fisica, biologia, anatomia; o l’effettuazione di queste tre prove base in un corso di laurea triennale in una professione sanitaria (esempio, Biotecnologie o Scienze Motorie come proposto dal ddl 942 in itinere in Senato).

Il ricorso a insegnamenti a distanza, anche con il supporto degli atenei online, potrebbe limitare alla sola Anatomia le materie per le quali è obbligatoria la presenza sul posto e contenere i disagi di una popolazione di studenti per facoltà teoricamente triplicata o quadruplicata. Il Mur potrebbe essere “aiutato” dalle proposte di legge valutate a dicembre in Parlamento. In Senato in particolare ce ne sono due: il disegno di legge 942 (Roberto Marti, Lega) che affida la riforma su accennata a decreti attuativi del governo, e il ddl 915 (Carmela Bucalo, FdI) che appunto prevede un semestre iniziale condiviso tra i corsi di biotecnologie mediche, scienze motorie e sportive e poi la “tagliola”. I ddl, su cui ha riferito alla Vigilia di Natale il Presidente Commissione Sanità Francesco Zaffini, sono in linea a loro volta con proposte dell’Assemblea Regionale Siciliana e della giunta campana: due regioni pressate dall’urgenza di superare le carenze di personale. E proprio all’esigenza di offrire nuovi medici al Paese hanno fatto riferimento i ministri di Università e Salute in questi giorni. Intervenendo all’inaugurazione a Vercelli dell’anno accademico dell’Università del Piemonte Orientale, la ministra Anna Maria Bernini ha sottolineato come l’ampliamento dell’accesso al corso di laurea in Medicina vada posto in relazione proprio con il bisogno di camici. «Noi vogliamo dare piena attuazione al diritto allo studio, prendendoci cura di chi non ha mezzi economici, riconoscendo le qualità di chi più si impegna. Il nostro Paese ha bisogno di formazione, di ricerca ad alto livello, che è garanzia di crescita e di sviluppo».

A sua volta, il ministro della Salute Orazio Schillaci all’inaugurazione del nuovo anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha affermato che a Medicina «nei prossimi 7 anni si stima un incremento di 30 mila posti (4 mila in più l’anno di media ndr), dobbiamo basarci sul fabbisogno di medici e sulla capacità del nostro sistema di assicurare una formazione di alta qualità». In relazione al post-laurea, il ministro ha anche aggiunto che, pur essendo aumentate le borse di studio di specializzazione, «registriamo carenza di aspiranti, soprattutto per alcune aree come Medicina d’urgenza, Anestesia, Anatomia patologica, specializzazioni ‘orfane’ cui dobbiamo prestare particolare attenzione, così come alla laurea in Scienze infermieristiche». E ha concluso: «Siamo impegnati a valorizzare la professione degli operatori sanitari».

Doctor 33

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