Via libera alla ricetta dematerializzata
Ecco che cosa deve fare ora il medico di famiglia
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Il medico di famiglia non deve più far venire in studio il suo assistito per la ripetizione delle ricette ma può spedirle all’assistito, anche via mail. Infatti, non è più necessario portare in farmacia la stampa del promemoria. Lo ha annunciato Angelo Borrelli commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, che ha firmato un’ordinanza per dare il via libera alla dematerializzazione delle prescrizioni. Il medico curante dovrà fornire al paziente un codice Nre (Numero di ricetta elettronica) per ogni farmaco prescritto. Nell’indicazione della Protezione civile si sottolinea che – oltre che per telefono – il Nre si potrà ricevere via mail o con un messaggio sul cellulare, che indicheranno in farmacia per ritirare i farmaci. Nell’ordinanza, motivata, come ha spiegato Borrelli, dall’esigenza di «fare di tutto per limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del virus», si legge che il promemoria può essere trasmesso come allegato al paziente via posta elettronica certificata (Pec) o posta elettronica ordinaria (Peo) se l’assistito ha acconsentito a tale modalità, o altresì può essere comunicato il semplice Nre via sms o “applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile”; infine, c’è l’indicazione telefonica, la più complicata nei fatti. L’ordinanza, appena emanata, disciplina anche le modalità operative per i farmaci distribuiti in modalità diverse dal regime convenzionale e per i medicinali che richiedono un controllo ricorrente dei pazienti e viene incontro alle richieste dei medici di famiglia, che ormai nella maggior parte delle regioni da Nord a Sud hanno intrapreso questa strada, chiesta dal consiglio nazionale Fimmg e in particolare dal segretario Silvestro Scotti. Quest’ultimo in una nota aveva affermato che i Mmg “hanno piena e legittima facoltà di procedere all’invio della ricetta dematerializzata ai propri pazienti via posta elettronica, sino a quanto sussisterà lo stato di emergenza, salvo espresso, tempestivo e motivato diniego del Garante”. Scotti aveva ricordato che il promemoria cartaceo di cui al decreto 2 novembre 2011 del ministero dell’Economia si dovrebbe già poter trasmettere con canali informatici. Il decreto di 9 anni fa prevede che la farmacia possa prelevare i dati della ricetta direttamente dai sistemi informatici di accoglienza statale/regionale con l’assistito di fronte sulla base del Nre e del codice fiscale dell’assistito e stampare lei il promemoria. Al momento il Ministero dell’Economia non ha messo a punto canali alternativi alla stampa del promemoria ma il Garante è disponibile a confrontarsi su di essi “purché sia garantito il rispetto di dignità e riservatezza del paziente” (note 2 ottobre 2015). «Nella particolare situazione emergenziale in cui si trova l’intera Nazione – scrive Scotti – anche alla luce delle misure urgenti di contenimento del contagio (Dpcm 11 marzo 2020), nessun dubbio sembra sussistere sulla necessità di limitare al massimo e con tutti gli strumenti anche telematici disponibili le occasioni di trasmissione virale». Ergo, i pazienti possono autorizzare a voce il medico curante a usare la mail, ai sensi del regolamento Ue sulla privacy, il medico può fornire informativa semplificata, e i trattamenti possono tornare quelli di prima al termine dell’emergenza. Secondo il regolamento europeo 679/2016 tra l’altro “il trattamento di dati personali andrebbe considerato lecito in assenza di consenso per fini di interesse pubblico, quali la protezione da gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero”. Tra l’altro oggi i Mmg accanto all’e-mail hanno nei loro gestionali delle risorse di sicurezza ulteriori per l’invio di ricette. Soluzioni diverse con un comune denominatore, come spiega Paolo Misericordia (Centro studi Fimmg). «La ricetta al pc del nostro assistito arriva criptata ma il destinatario può decodificarla o con una chiave assegnata nella stessa mail o in altra, oppure utilizzando un ambiente cloud protetto dove entra con credenziali e accede alla repository dov’è collocata la ricetta. In questi giorni le soluzioni offerte dai nostri gestionali ci hanno consentito di ridurre l’afflusso di pazienti in studio. Un vantaggio per tutti». I Mmg hanno più volte ricordato che sarebbe ottimale la distribuzione della ricetta in farmacia a fronte della semplice presentazione da parte dell’assistito della tessera sanitaria come avviene in Trentino, Veneto, Sicilia. In Lombardia, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata, regioni che si sono portate avanti con il Nre (ma ce ne sono anche altre) molti medici si lamentano del dover dettare a pazienti anziani per telefono i numeri di 15 cifre, «ma si tratta lo stesso di un passo avanti a tutela dell’assistito -sottolinea Misericordia- in attesa di sdoganare la vera ricetta dematerializzata. Che è presente solo in poche, avanzate realtà».
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