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Bilanci di sostenibilità: rischio sanzioni penali e civili

La direttiva CSRD già in vigore ha reso obbligatorio il reporting di sostenibilità per un ampio gruppo di aziende, il che ha suscitato forti preoccupazioni circa il sistema sanzionatorio, prevalentemente di natura penale, attualmente applicato alle informazioni contabili.

Bilanci di sostenibilità: rischio sanzioni penali e civili

Lo esprimono in una lettera congiunta, sei organizzazioni che rappresentano imprese, banche, assicurazioni e professionisti in Italia: Abi, Ania, Assirevi, Assonime, Confindustria e Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili

Il nodo è costituito dal sistema di vigilanza sugli obblighi di rendicontazione di sostenibilità aziendale contenuti nello schema di decreto attuativo Csrd (Corporate sustainability reporting directive) messo in consultazione dal Ministero dell’Economia.

Bilanci di sostenibilità: la lettera

Facendo seguito a quanto già espresso in altre parti del documento da diverse parti sociali, emerge ora (leggi la lettera): “la forte preoccupazione circa l’estensione all’informazione di sostenibilità del sistema sanzionatorio, di carattere prevalentemente penale, oggi applicabile a contabilità informativa, poiché tale scelta potrebbe penalizzare la competitività del sistema italiano e favorire il già preoccupante fenomeno del trasferimento della sede legale verso paesi europei caratterizzati da sistemi di monitoraggio e controllo meno gravosi”.

Altri paesi europei, infatti, hanno già accolto le norme comunitarie (che delegano agli Stati anche la scelta delle misure di vigilanza) adottando un sistema di applicazione “soft”. E in assenza di un quadro armonizzato a livello europeo, banche e imprese italiane, temono effetti distorsivi della concorrenza, a loro danno.

Praticamente, è stata prevista un’estensione automatica del sistema sanzionatorio applicato alle informazioni finanziarie anche per le informazioni non finanziarie.

Bilanci di sostenibilità: cosa ha detto De Nuccio?

Il Presidente del consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano De Nuccio, spiega che esiste una sostanziale distinzione: “Il sistema sanzionatorio previsto per le informazioni contabili passa per una chiara e pluriennale applicazione dei principi contabili, e ci si confronta con un dato numerico che è obiettivo e no estimativo; applicare quella filosofia, sanzionatoria alle informazioni di sostenibilità è un rischio enorme, perché per la sostenibilità le regole di definizione contabile non sono chiare e definite. Soprattutto sul tema della doppia materlità c’è un dibattito molto aperto sul piano internazionale”.

Cosa significa?

Che i principi contabili secondo cui deve essere redatta l’informazione non finanziaria non sono uniformemente condivise e non esiste un consolidamento storico.

Bilanci di sostenibilità: la soluzione

La soluzione proposta dalle 6 organizzazioni è semplice:

  • Prendere a riferimento le previsioni già oggi contenute nel Dlgs 254/2016 per le dichiarazione non finanziare (Dfn).

Questo prevede specifiche limitazioni alla responsabilità di amministratori e revisori rispetto alle informazioni fornite da terzi e alle informazioni di carattere previsionale e prospettico.

Articolo tratto dal blog di Professioni in Team

Redazione: Stragroup spa

https://bit.ly/49LRrQj

 

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