Il Modello 231: In che modo influisce sui fattori ESG
Per stabilire l’influenza del Modello 231 sui fattori ESG è importante chiarire cosa sono questi fattori, e cos’è il modello 231.
In evidenza
Ma prima, dobbiamo fermarci sull’argomento che mette insieme questi concetti: la sostenibilità aziendale.
La sostenibilità aziendale è al centro delle strategie aziendali ed è ormai sinonimo di crescita e successo. Le politiche di sostenibilità aziendale consentono alle aziende di ottenere un vantaggio competitivo e allo stesso tempo sono necessari per contribuire al benessere della società e alla tutela dell’ambiente.
Fattori ESG
ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori fondamentali per valutare la capacità delle aziende di regolare e gestire il proprio impatto in termini ambientali.
- Il fattore Environmental si inquadra nel contesto dei cambiamenti climatici e si riferisce all’efficienza di un’azienda in relazione all’utilizzo delle risorse naturali.
- Il fattore Social fa riferimento alle decisioni e alle iniziative aziendali che hanno un impatto sulla comunità; Questi includono il rispetto dei diritti umani, civili e del lavoro.
- Il fattore Governance si riferisce alla responsabilità delle aziende in termini di organizzazione e gestione interna ed è il parametro (utile per la classificazione) che fornisce agli osservatori esterni indicazioni cruciali sull’identità aziendale.
Che cos’è il Modello 231
Il Modello 231 è uno strumento di conformità normativa che mira a prevenire il rischio di commissione di reati da parte di soggetti che agiscono per conto di enti e ad esonerare le società dalla responsabilità penale.
Le tipologie di reato previste dal D. Lgs. 231/2001 così come modificato nel 2020 sono molto varie e coprono, idealmente, tutte le aree di attività di una impresa. Ecco un elenco generale:
- Gli illeciti ambientali;
- I reati contro la persona commessi in violazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
- Reati d’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro;
- Reati in materia societaria, corruzione, abuso di mercato;
- Reati tributari.
Chi deve applicare il modello 231?
I destinatari della normativa sono:
- Le società e le associazioni fornite di personalità giuridica (tra cui le società di capitali e le società cooperative iscritte nel registro delle imprese);
- Le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato che non hanno come scopo lo svolgimento di attività economica e che acquistano personalità giuridica ai sensi del D.P.R. 10 febbraio 2001 n. 361;
- Le società di capitali e cooperative e tutti gli enti privati sprovvisti di personalità giuridica (le società a base personale e le associazioni non riconosciute).
Influenza del modello 231 sui fattori ESG
Tra i fattori ESG e il Modello 231 sussiste una stretta connessione, una serie di evidenti punti di contatto.
Difatti, l’elenco dei reati presupposto di cui al D. Lgs. 231 del 2001, con una segnalazione della relazione con i fattori ESG:
- reati ambientali: Environment
- reati contro la salute e sicurezza dei lavoratori: social
- reati contro la personalità individuale (si pensi all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro come nel caso del caporalato): Social
- reati tributari: Governance
- reati societari, come in tema di false comunicazioni sociali: Governance
- reati di riciclaggio e autoriciclaggio: Governance, ecc. risultando all’evidenza un’affinità con gli obiettivi previsti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto da un gran numero di Paesi membri delle Nazioni Unite.
Quindi il Modello 231 risulta influenzare l’attività d’impresa con il rischio di commissione di reati presupposto sotto il profilo dei fattori ESG, essendo in grado di assolvere non solo finalità di prevenzione/mitigazione/eliminazione/minimizzazione dei relativi rischi ma anche di raggiungere obiettivi di sostenibilità.
Vantaggi per le imprese.
L’adozione del modello 231 rappresenta un requisito essenziale per l’incremento del punteggio del “rating di legalità” di un’impresa.
Il Decreto Mef-Mise n. 57 del 20 febbraio 2014, individua i benefici che Pubbliche Amministrazione e Istituti di Credito devono concedere alle aziende dotate di Rating di Legalità.
Con le Pubbliche Amministrazioni
Per quanto concerne i finanziamenti da parte della P.A., il sistema di premialità prevede che le imprese siano:
- Preferite in graduatoria
- Avvantaggiate da un punteggio maggiore rispetto alle altre
- Premiate mediante riserva di una quota delle risorse finanziarie allocate
Con gli Istituti di Credito
Per quanto concerne invece la concessione del credito da parte delle banche, il sistema di premialità prevede che:
- Le banche riconoscono alle imprese in possesso di Rating una riduzione nei tempi delle pratiche di istruttoria;
- Le banche riconoscono alle imprese in possesso di Rating una riduzione nei costi delle pratiche di istruttoria;
- Le banche considerano il Rating nella determinazione delle condizioni economiche di erogazione, ove se ne riscontri la rilevanza rispetto all’andamento del rapporto creditizio.
Mentre in ambito di Sostenibilità ed ESG i vantaggi sono:
- Reputazione dell’azienda.
- Finanziamenti green
- Migliorare la propria gestione
- Efficienza e risparmio
- Attrazione di investitori.
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Articolo tratto dal blog di Professioni in Team
Redazione: Stragroup spa
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